REGGIO CALABRIA – “La libertà di stampa è fondamentale per la democrazia di questo Paese”. A dirlo è Marco Minniti, sottosegretario di Stato con delega alla Sicurezza, ospite della Federazione nazionale della Stampa che ha celebrato, ieri, a Reggio Calabria la ventitreesima Giornata mondiale della libertà di stampa.
Minniti, dopo essere stato introdotto dal segretario generale aggiunto della Fnsi e segretario del Sindacato giornalisti della Calabria Carlo Parisi, ha ringraziato i vertici della Federazione per aver scelto la sua città natale per una “giornata così importante”.
Il sottosegretario del governo Renzi con delega ai servizi segreti ha rotto il ghiaccio spiegando di non sentirsi per nulla a disagio nel parlare del suo ruolo davanti ad una platea di giornalisti perché “la cultura dei Servizi segreti italiani può e deve misurarsi con la stampa”.
Anche per Minniti la classifica di Reporters sans frontiere, che colloca l’Italia al 77esimo posto per quanto riguarda la libertà di stampa, non rispecchia la realtà del nostro Paese.
“Io le ho visitate alcune delle nazioni che ci precedono in quella lista e vi assicuro che di libertà non ce sono molte. In Italia i problemi ci sono, certo, basti pensare al passaggio epocale che sta avvenendo dalla carta stampata al web, ma non meritiamo quel posto”, ha detto il sottosegretario ricordando che il suo primo ruolo di governo risale a 18 anni fa quando fu sottosegretario con delega all’editoria.
Un passaggio del suo intervento è stato, quindi, dedicato al “diritto del lavoro che deve essere garantito perché un giornalista privato di questo non può essere libero”.
Minniti riconosce l’importanza essenziale dell’informazione nella lotta alle mafie. Il giornalismo è “schierato al fianco di chi è minacciato dalla ‘ndrangheta, dobbiamo essere grati a gente come Michele Albanese e a chi come lui racconta i pericoli che la criminalità arreca alla Calabria e all’Italia; grazie a chi racconta di come lo Stato combatte le mafie perché, senza la stampa che riporta quello che facciamo, la nostra azione sarebbe dimezzata”.
Ai giornalisti che scrivono di mafie, il sottosegretario affianca tutti gli operatori della comunicazione che lavorano nelle zone di guerra. “Senza di loro, – ha detto Minniti – senza le loro descrizioni e senza le loro immagini, la lotta al terrorismo sarebbe ancora più difficile”.
Prendendo proprio spunto dalla lotta globale al terrore, Minniti sottolinea come uno Stato democratico non possa limitare le libertà personali in nome della sicurezza. “La libertà di stampa – conclude – è l’azione più importante della democrazia”. (giornalistitalia.it)
Francesco Cangemi