ROMA – Informare raccontando l’Italia che non si è arresa, quella che a dispetto della crisi ce la sta facendo, che non si fa deprimere, ma anzi guarda al futuro con fiducia e a testa alta.
Dopo quasi un anno di chiusura, da domani, “l’Unità” torna in edicola con l’ago della bussola puntato sul sostantivo “ottimismo” e una prima edizione – realizzata da 29 giornalisti e 4 poligrafici, ai quali presto se ne aggiungeranno altri 4 – stampata in 250.000 copie. Si riapre “uno spazio di libertà, di confronto, di discussione. Adesso tocca a tutti noi averne cura”, ha scritto Matteo Renzi in un messaggio di buon lavoro inviato alla redazione.
“L’Unità – ha detto il direttore Erasmo D’Angelis, alla vigilia dell’inizio della navigazione – è un monumento dell’informazione che mancava agli italiani, alla sinistra e a tutti quelli che credono nel cambiamento. Vogliamo tentare una strada diversa: siamo abituati ad avere sotto gli occhi e nelle orecchie una striscia continua di notizie date dalle tv, dalle radio, dalle agenzie, dai media on line. L’Unità vuole essere un’oasi di riflessione, con grandi racconti, analisi e la descrizione di questa Italia che sta cambiando”.
“L’informazione si nutre di allarmi, di paure – perché se non spari un titolo, il giornale non lo vendi – e racconta molto poco il positivo: ovvero quell’Italia che ce la sta facendo, che ha ripreso a marciare, l’Italia delle riforme fatte e non solo annunciate. Nel derby tra Italia spaventata e Italia coraggiosa, noi spingeremo per la seconda. Infatti, mentre la maggioranza degli organi di informazione racconta di Mafia Capitale, noi domani partiamo con la campagna ‘Antimafia Capitale’, racconteremo – ha concluso il direttore – la Roma per bene che lavora, che vuole fare pulizia e la politica che sta scommettendo su questo”.
“Siamo all’inizio di una grande scommessa imprenditoriale e politica – ha dichiarato il condirettore Wladimiro Frulletti – facciamo partire il segnale che si costruisce un giornale nuovo, con una importante piattaforma multimediale. Sarà un prodotto innovativo che crediamo avrà successo tra i lettori ‘storici’ dell’Unità ma ci permetterà anche di agganciarne di nuovi. Daremo grande spazio alle immagini, alle analisi, ai resoconti. Accettiamo la sfida del cambiamento per portare avanti con strumenti nuovi i valori del passato”.
“Abbiamo deciso di metterci la faccia, non come in passato – ha fatto notare il tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi – quando c’era un forte condizionamento del partito sulla linea politica del giornale ma con impegno societario minimo pari allo 0,069%. Ora il Pd detiene il 20% delle quote. Con la testata sommersa da 34 mln di debiti, un anno fa ci siamo assunti la responsabilità di chiudere il giornale ma con la consapevolezza che lo avremmo riaperto. L’Unità sarà un quotidiano di serie A e vivrà rinunciando al finanziamento pubblico all’editoria. Oggi per noi è un giorno di festa”.
“Non beneficiando del contributo pubblico – ha infine riferito Guido Stefanelli, titolare di una quota della Piesse, società che ha rilevato l’80% della nuova Unità – vivremo di raccolta pubblicitaria e vendita di copie. Noi siamo abbastanza tranquilli perché con 20.000 copie vendute puntiamo al pareggio di bilancio. Se non dovessimo andare sopra questo tetto, non sarebbe un successo a livello editoriale ma l’azienda non perderebbe soldi. La redazione sarà costituita completamente da giornalisti della vecchia redazione dell’Unità. Noi crediamo nel progetto, la sede temporanea sarà in via Liegi e presto – ha concluso – verrà inaugurata una nuova sede in via Barberini”. (Adnkronos)
Con 29 giornalisti, 4 poligrafici e la direzione di Erasmo D’Angelis