Benservito di Blustar Tv al cronista che si era visto strappare il microfono di mano

Luigi Abbate, licenziato un giornalista scomodo

TARANTO – L’emittente televisiva Blustar Tv ha licenziato il giornalista Luigi Abbate, assurto agli onori della cronaca per essersi visto strappare il microfono di mano dal responsabile delle relazioni esterne dell’Ilva di Taranto, Girolamo Archinà, che aveva ritenuto scomoda la domanda posta al suo patron Emilio Riva.
Immediata la reazione in Puglia. Per il presidente dell’Assostampa, Raffaele Lorusso, “il licenziamento del giornalista Luigi Abbate, al quale va la solidarietà del sindacato dei giornalisti pugliesi, è soltanto l’ultimo atto illegittimo adottato dall’editore dell’emittente televisiva tarantina Blustar”.
Ricordando che Girolamo Archinà è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta della magistratura tarantina “Ambiente Svenduto”, l’Assostampa pugliese sottolinea che “già un anno fa, nell’assordante silenzio delle istituzioni e delle forze politiche di Taranto, Blustar Tv  licenziò quattro giornalisti adducendo quale motivazione il venir meno dei centomila euro annualmente garantiti dall’Ilva”.
“Ora – denuncia Lorusso – viene licenziato Abbate, con un provvedimento privo di legittimità dal punto di vista giuridico, essendosi la procedura di mobilità avviata lo scorso anno abbondantemente conclusa, chiaramente antisindacale perchè non comunicato ai rappresentanti sindacali dei lavoratori ai quali è stato negato pure l’incontro che era stato chiesto, dalle oscure motivazioni, stante le voci che circolano non solo in redazione ma anche a Palazzo di giustizia”.

Emilio Riva e Luigi Abbate

Emilio Riva e Luigi Abbate

L’Assostampa di Puglia annuncia che “contrasterà il licenziamento di Abbate, come ha fatto per gli altri, ritenendo che non ci siano licenziamenti di serie A e licenziamenti di serie B, a seconda delle convenienze politiche del momento”. E’ una logica che il sindacato, “nel ribadire la vicinanza e nel confermare l’assistenza a tutti i colleghi licenziati, respinge con forza, sollecitando una volta per tutte l’avvio di una seria fase di riflessione sui rapporti, evidentemente ancora inquinati, tra grande industria e mondo dell’informazione tarantina”.
Per il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Puglia, Valentino Losito, “il licenziamento di Luigi Abbate rappresenta il paradigma di quel rovesciamento di valori umani, professionali, sociali che una parte minoritaria della città vuole imporre a Taranto, come dimostra la vicenda Ilva e a cui non è estraneo il mondo dell’informazione”.
Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti pugliesi “resta al fianco di luigi abbate e di tutti quei colleghi che ogni giorno svolgono con professionalità e rigore il loro lavoro e annuncia una prossima iniziativa a Taranto sul ruolo dell’informazione, in attesa che il Consiglio territoriale di disciplina si esprima sulle posizioni degli iscritti all’Ordine coinvolti nell’inchiesta della magistratura sull’Ilva”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente nazionale della Federazione dei Verdi, Angelo Bonelli, secondo il quale “il licenziamento del giornalista Luigi Abbate è un duro colpo all’informazione e a quelle inchieste che hanno avuto un ruolo importante nella ricerca della verità a Taranto. A Taranto stiamo assistendo ad una fase di normalizzazione che sta portando indietro nel tempo”. Esprimendo solidarietà al giornalista, Bonelli ricorda che “Abbate è un giornalista scomodo perchè fa domande scomode, in modo particolare sulla situazione ambientale di Taranto. Tristemente famosa la telefonata tra Archinà e Vendola che commentano la scena del microfono strappato a Luigi Abbate.
Il leader dei Verdi chiede, quindi, che “sia fatta chiarezza su questa vicenda perché sarebbe inammissibile che chi ha fatto il suo dovere di giornalista, non chinandosi ai poteri forti di Taranto, venga licenziato. Spero in una smentita per il bene della città di Taranto”.

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