ROMA – Per un lungo periodo, anche all’interno degli stessi vertici ecclesiastici, c’è stata la convinzione che il demonio fosse solo una fantasia superstiziosa. Ma da Paolo VI in poi, gli appelli dei pontefici a prendere seriamente in considerazione la lotta contro il Maligno si sono fatti sempre più incalzanti. Fino ai più recenti di papa Francesco.
Che cosa c’è dietro questo serrare le fila contro il principe delle tenebre? È vero che, come diceva Baudelaire, il più grande inganno del demonio è lasciarci credere che lui non esista?
Come si fa a riconoscere la seduzione del male e a proteggersi dall’assalto delle sette? Sono realmente aumentate queste ultime come anche le possessioni diaboliche? Perché la Madonna di Fatima fece vedere ai pastorelli proprio l’inferno? E perché santi e mistici tra i più popolari dei nostri giorni, come san Pio da Pietrelcina o Natuzza Evolo, subivano percosse e continui assalti da Satana e dalle sue schiere?
È vero che ci sarebbe una minaccia occultistica-satanica-massonica in grado di minare le fondamenta della Chiesa, o non è forse questa stessa paura la vera minaccia, il più temibile inganno soffiato dal Maligno? Queste e altre domande trovano risposta nel libro rigoroso e sconvolgente di padre Raffaele Talmelli, benedettino ora Servo del Paraclito, esorcista e psichiatra, che nella sua esistenza più volte si è trovato davanti al Diavolo.
Scritto assieme al giornalista e autore di bestseller religiosi Luciano Regolo (uno su tutti: “Il dolore si fa gioia: Padre Pio e Natuzza. Due vite, un messaggio”, del 2013), “Il Diavolo” (Mondadori Editore, 366 pagine, 17 euro) è un excursus sulla lotta contro Satana, ma anche un vademecum per smascherarlo. Perché dire che il Diavolo non esiste è la principale prova che il Diavolo c’è.
Un libro inquietante quanto prezioso scritto da un giornalista e da un esorcista