MILANO – Il consiglio di amministrazione di Rcs avrebbe deciso per la nomina di Luciano Fontana a direttore del Corriere della Sera, subentrerà a Ferruccio De Bortoli. È quanto si apprende da fonti finanziarie mentre la riunione del board è ancora in corso.
Secondo quanto si apprende sono presenti tutti i consiglieri, anche se tre amministratori sono collegati telefonicamente: si tratta di Teresa Cremisi e dei due consiglieri di minoranza indicati dai fondi, Dario Frigerio e Paolo Colonna. Deciso il nome, come da prassi e da contratto giornalistico, il Cda informerà il cdr e successivamente ci sarà la comunicazione ufficiale.
Il voto nel consiglio di amministrazione di Rcs sulla direzione del Corriere della Sera è stato unanime. Lo ha detto il consigliere Thomas Mockridge, lasciando la riunione: “Sì”, ha detto interpellato al riguardo, rinviando però per il resto al comunicato atteso dalla società. La riunione del board è durata circa due ore e mezza.
“Ricordo che è il Consiglio di amministrazione che ha il compito di scegliere il direttore e non gli azionisti”. Lo sottolinea Diego Della Valle, tra i grandi soci di Rcs, a proposito della direzione del Corriere della Sera. In una nota, l’imprenditore nega “prese di posizione che mi vengono attribuite in merito al direttore del Corriere della Sera”: sono “estranee al mio pensiero”.
Originario di Frosinone, 56 anni, laurea in Filosofia del Linguaggio a Roma, Fontana ha passato undici anni all’Unità a Roma (1986-1997) dove si occupa di politica italiana, cronaca amministrativa e giudiziaria. È soprattutto un uomo di desk e lavora principalmente nelle redazioni della cronaca e del politico e dell’ufficio centrale del quotidiano romano diretto da Walter Veltroni.
Dal 1997 è a Milano al Corriere della Sera, dove percorre l’intera carriera di desk passando dall’ufficio centrale alla vice direzione fino a quando, nel marzo 2009 con il ritorno di de Bortoli al posto di Mieli, viene nominato condirettore nella sua attuale posizione. (Ansa)
Prenderà il posto di De Bortoli. Dal ’97 al Corriere, è stato votato all’unanimità