BOLOGNA – «Voglio precisare che la richiesta della Procura Generale di Bologna di revoca della liberazione anticipata di cui ha beneficiato Fabbri è stata fatta in data 5 giugno 2019 e non dopo la trasmissione di “Porta a Porta” della settimana scorsa nella quale ero ospite, come invece ieri sera affermato più volte da Bruno Vespa».
Lo dice in una dichiarazione Lucia Panigalli, ferrarese vittima di tentato omicidio da parte dell’ex compagno, Mauro Fabbri, che poi è finito a processo anche per un secondo tentato assassinio che avrebbe ordinato dal carcere. Per quest’ultima accusa è stato, però, assolto e nel frattempo anche scarcerato dopo aver scontato la pena, ridotta grazie al beneficio.
Nei giorni scorsi Panigalli era finita sotto i riflettori per le polemiche scaturite dopo un’intervista nella trasmissione di Vespa, che ieri sera si è nuovamente occupato del caso.
La richiesta del sostituto procuratore generale Valter Giovannini di cui parla Panigalli è un’istanza alla Sorveglianza per la revoca integrale dei 570 giorni di premio, che hanno consentito a Fabbri di uscire il 29 luglio: il beneficio è messo in discussione poiché Fabbri avrebbe avuto una “doppia vita carceraria”: da un lato detenuto modello, dall’altro organizzava l’omicidio della donna parlandone con un compagno di carcere che poi denunciò tutto.
Dopo l’intervista Panigalli aveva detto di essersi sentita “offesa” dal tono e dai modi del giornalista. Oggi torna sulle polemiche ribadendo di aver ringraziato Vespa e la redazione “come si ringrazia la padrona di casa che ti ha invitato anche se la cena non era di nostro gradimento”. (ansa)
“La revoca del beneficio per Fabbri è stata chiesta prima di Porta a Porta, non dopo”