ROMA – Cineasta ufficiale della Grande Guerra e prima ancora della guerra in Libia, ha ripreso alcune tra le immagini più suggestive del primo conflitto mondiale. Alla singolare figura di Luca Comerio (Milano 19 novembre 1878 – Mombello 5 luglio 1940), pioniere del reportage cinematografico, è dedicato il documentario “L’uomo con la macchina da presa” di Giovanna Massimetti, in onda venerdì 5 giugno alle 21.30 su Rai Storia, canale 54 del Digitale terreste e canale 23 Tivù Sat.
Raccontare la vicenda di Comerio significa raccontare la storia dell’unico civile che, in Italia, ha avuto il privilegio di assistere con un terzo occhio alla guerra. Ma significa anche ripercorrere la storia di un’arte, quella del cinema, assoggettata ben presto al regime di Stato. Dopo la disfatta di Caporetto, infatti, nel 1917, venne costituita la Sezione Cinematografica del Regio Esercito che assunse il monopolio delle riprese.
Il suo primo scatto fotografico importante, il giovane Comerio lo effettuò nel 1894 a Como, che ritraeva il Re d’Italia Umberto I, in visita ufficiale nella città, in conversazione con il vescovo. Il “colpo” gli valse i ringranziamenti e gli apprezzamenti da parte dello stesso monarca. In seguito Comerio, oltre ai normali servizi fotografici, si dedicò anche alla fotografia giornalistica ed alla ripresa di eventi sportivi, tra cui il Giro d’Italia di ciclismo.
Comerio passò i suoi ultimi anni di vita caratterizzati da povertà e solitudine, ma in compagnia della sua seconda moglie Maria, che gli diede due figli. Quest’ultima, a causa della difficile situazione economica della famiglia, fu costretta a lavorare come cassiera presso un cinematografo locale.
Ad aggravarsi fu soprattutto la salute di Comerio, afflitto da problemi di amnesia. Nella primavera del 1940 si ammalò gravemente, e costretto a continui ricoveri in ospedale. Morì il 5 luglio all’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Mombello.
A Rai Storia il cineasta che riprese le immagini più suggestive della Grande Guerra