ABU DHABI (Emirati Arabi Uniti) – Due giornalisti svizzeri ad Abu Dhabi per l’apertura del nuovo Louvre sono stati fermati per più di due giorni dalle autorità, subendo interrogatori durati fino a 10 ore. Lo ha riportato l’emittente svizzera Rts per cui lavorano.
Il giornalista Serge Enderlin e l’operatore Jon Bjorgvinsson sono stati fermati giovedì 9 novembre mentre scattavano foto in un mercato all’aperto nella capitale degli Emirati Arabi Uniti. Secondo i giornalisti, i due sono stati interrogati per aver provato a fare un’inchiesta sugli immigrati che lavorano nel paese e che hanno anche costruito anche quello che è il più grande museo in tutta la penisola araba. “Volevamo inserire l’apertura del Louvre in un contesto più ampio, come contraltare della mondanità del museo, volevamo mostrare i lavoratori immigrati che lo avevano effettivamente costruito”, ha dichiarato Enderlin ad al Jazeera.
Ai giornalisti sono stati confiscati computer, telecamera, hard disk e altro equipaggiamento. “Ci hanno separati, i nostri telefoni e orologi sono stati confiscati e siamo stati messi in isolamento”, ha dichiarato Bjorgvinsson in un’intervista a Rts. “Non ci hanno fatto del male, ma gli interrogatori erano duri e sono durati molto a lungo”.
Enderlin ha dichiarato ad al Jazeera di essere stato costretto a consegnare i codici per aprire il suo smartphone dopo circa 25 ore di detenzione. I giornalisti sono stati rilasciati sabato 11 novembre, dopo aver firmato una confessione scritta in lingua araba. Le autorità non hanno restituito le apparecchiature confiscate. Entrambi i giornalisti erano accreditati per l’apertura del museo e avevano in programma un’intervista con l’architetto Jean Nouvel, che ha disegnato il nuovo Louvre emiratino. Il museo è stato inaugurato lo scorso 8 novembre dal presidente francese Emmanuel Macron.
L’edificio si estende su 24.000 metri quadrati e ha un’area espositiva di 8.000 metri quadrati, che ospiterà un’esposizione permanente di 600 opere più altre 300 in prestito dalla Francia. Gli Emirati Arabi Uniti pagano centinaia di milioni di dollari alla Francia per poter utilizzare il nome del Louvre, in aggiunta a consulenze sulla gestione della struttura e al prestito delle opere esposte.
Il Louvre di Abu Dhabi è stato celebrato per la sua cupola reticolata, che permette l’illuminazione delle opere proteggendo i visitatori dal calore al di fuori dalla struttura. All’interno ospita lavori da tutto il mondo, legati alla storia e alle religioni. Emmanuel Macron lo ha descritto come un “ponte tra civilizzazioni”.
Tra le religioni rappresentate c’è anche il giudaismo, nonostante Israele non sia riconosciuti dagli Emirati Arabi Uniti. L’opera è costata più di 1,3 miliardi di dollari, a causa dei forti ritardi nei lavori. L’apertura era originariamente prevista per il 2012, cinque anni dopo la chiusura dell’accordo tra Francia e Abu Dhabi. A causa della crisi finanziaria e del crollo nei prezzi del petrolio, che ha particolarmente colpito i paesi produttori del Golfo, i costi finali del progetto sono triplicati da quanto previsto inizialmente. Nel corso dei lavori, il progetto è stato criticato per le condizioni degli operai immigrati. Nel 2014 un gruppo di artisti ha minacciato di boicottare il museo in mancanza di miglioramenti nel trattamento dei lavoratori. (agi)