CITTA’ DEL VATICANO – “Per apprezzare nella giusta misura il valore del giornalista cattolico irlandese Desmond Fisher è illuminante il giudizio del cardinale austriaco Franz König. «Ho capito — dichiarò il porporato — che cosa stava avvenendo al concilio leggendo i suoi superbi articoli piuttosto che ascoltando sul posto»”.
L’Osservatore Romano rende, così, omaggio al giornalista scomparso il 30 dicembre all’età di 94 anni. “Del resto – scrive il quotidiano della Santa Sede – la fama di Fisher si lega principalmente ai reportage sul Vaticano II (sessioni 1963-1964) realizzati per «The Catholic Herald» e «Irish Press Group».
Eppure, come ricorda il «National Catholic Reporter», allora non tutti i cardinali e i vescovi accolsero con favore «l’interpretazione» che Fisher dette di quanto veniva emergendo dai lavori conciliari. In particolare fu il cardinale John Heenan a lamentarsi del coverage di Fisher: la direzione del «Catholic Herald» si vide così costretta a richiamare il vaticanista a Londra. Quando la notizia delle «dimissioni forzate» di Fisher trapelò, furono numerosi i vescovi che presero le sue difese sottolineandone il valore del lavoro giornalistico”.
“Da ricordare poi – conclude L’Osservatore Romano – il suo primo editoriale, del 1962, scritto per «The Catholic Herald», in cui sosteneva che un giornale cattolico indipendente e di proprietà di laici gode di «una libertà che è giornalisticamente necessaria se intende realizzare la sua missione, sollevando così la gerarchia ecclesiastica da ogni responsabilità riguardo alle opinioni espresse in queste colonne». Eccellente conoscitore del greco e del latino, tra i numerosi incarichi svolti, quello di corrispondente per «The Economist» dall’Irlanda: per quattordici anni”.
Il giornalista irlandese fu il più illuminante interprete del Concilio Vaticano II