ROMA – Non è compito mio, né di nessun altro, entrare nel merito di inchieste giudiziarie e dell’attività della magistratura inquirente. Posso, però, affermare di conoscere da anni Andrea Camporese e di averne potuto apprezzare in più occasioni le doti e le qualità umane.
La sua profonda umanità, oltre che l’impegno e la dedizione che ha profuso nella guida dell’Inpgi, non possono essere messi in discussione. Per questo merita piena e convinta solidarietà, nella consapevolezza che saprà chiarire la propria posizione, smontando le accuse che gli vengono mosse.
In uno Stato di diritto è pienamente legittimo che la magistratura inquirente indaghi in presenza di ipotesi di reato. Guai, però, a dimenticare il diritto di difesa e il contraddittorio, previsti e garantiti dall’ordinamento.
Sbagliano, quindi, coloro che si illudono di poter cavalcare le inchieste della magistratura per perseguire altre finalità, non ultimo il tentativo disperato di impedire all’Inpgi di approvare una riforma necessaria per continuare a garantirne l’autonomia.
Raffaele Lorusso
Segretario generale della Fnsi
Ma il megastipendio non è una esagerazione ingiustificabile?