TRIESTE – «Nei decreti attuativi della riforma dell’editoria c’è un grande assente: il lavoro». Lo ha sottolineato, al Circolo della Stampa di Trieste il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, in occasione del’Assemblea dell’Assostampa Friuli Venezia Giulia.
«La legge – ha ricordato Lorusso – non affronta alcuni punti fondamentali per la categoria, a partire dall’accesso alla professione che rimane totalmente avulso dalla realtà. Ci sono dei passi in avanti, come il legare i finanziamenti al rispetto degli obblighi contrattuali, o l’eliminazione della cosiddetta “crisi prospettica” per poter accedere agli ammortizzatori sociali, principio che nel passato può aver generato eccessi o abusi. Gli editori utilizzano in maniera impropria contratti atipici e partite iva per sfruttare il lavoro dei collaboratori e far passare per lavoro autonomo quello che in realtà lavoro subordinato.
Questa – ha aggiunto il segretario della Fnsi – è una situazione che non possiamo più accettare: anche nella manifestazione del 24 maggio davanti a Montecitorio è stato posto con forza il tema dei diritti e del lavoro. Un’informazione precaria è un’informazione meno autorevole e meno autonoma. È certo che il futuro dell’informazione in questo Paese non può passare solo da tagli, pensionamenti anticipati e lavoro precario. I giornalisti hanno fatto la propria parte, sappiamo che il periodo è difficile, ma un’informazione di qualità passa per investimenti, formazione, colleghi preparati, tutti temi su cui siamo pronti a confrontarci e anche a scontrarci. Bisogna spostare le risorse dalla finanza al lavoro: se non puntiamo sul lavoro è difficile ipotizzare qualsiasi ripresa».
«Il tema della qualità dell’informazione esiste, dunque, e va portato avanti nel confronto con gli editori, così come quello delle querele temerarie con il governo. Si tratta – ha evidenziato Lorusso – di temi centrali, che riguardano tutto il Paese e non solo la categoria, perché l’informazione riguarda tutti. La nostra è una professione che ha una incidenza diretta sulla qualità della democrazia, e che sta subendo attacchi a livello globale da fenomeni come la disintermediazione».
Dopo il saluto del segretario dell’Assostampa, Alessandro Martegani, che ha letto un messaggio del presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti, Cristiano Degano, ad aprire i lavori dell’Assemblea del Friuli Venezia Giulia è stato il presidente Carlo Muscatello, componente della Giunta Esecutiva Fnsi con delega alla formazione, tracciando un quadro della situazione regionale «che sconta le stesse criticità del panorama nazionale: editori che puntano solo a ridurre i costi e a tagliare, senza pensare allo sviluppo e agli investimenti per il lavoro». Muscatello ha ricordato, a tal proposito, i prepensionamenti al quotidiano Il Piccolo di Trieste, che in pochi anni ha visto ridotta di un terzo la propria redazione, la «situazione meno critica al Messaggero Veneto, la battaglia per la sopravvivenza al Primorski Dnevnik, la Tgr della Rai impegnata per la difesa del ruolo del servizio pubblico, oltre all’impegno costante dell’Assostampa sul fronte degli uffici stampa, delle agenzie di stampa e dell’emittenza locale, oltre che ovviamente al fianco dei tanti colleghi precari. Sindacato e Ordine – ha concluso Muscatello – aspettano, invece, da quattro anni la legge regionale sull’editoria per la quale c’era stato un formale impegno della presidente Debora Serracchiani». (giornalistitalia.it)
A Trieste il presidente dell’Assostampa, Muscatello, suona la sveglia alla Regione