BARI – “Le parole sono pietre”. Intervenendo al Forum delle giornaliste del Mediterraneo, oggi all’Università di Bari, il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha inviato a usare la massima attenzione nell’uso del linguaggio.
Il tema della manifestazione, “Che genere di notizia, che genere di guerra. La voce delle donne dai luoghi caldi dei conflitti sociali, politici, religiosi, ambientali”, ha offerto a Lorusso l’occasione per soffermarsi sulla questione delle minacce ai giornalisti, definendo “un dato allarmante” quello relativo ai giornalisti sotto scorta.
Tra gli altri aspetti preoccupanti della professione, il segretario della Fnsi ha ricordato anche l’aumento delle querele temerarie con richiesta di risarcimento danni milionaria per tappare la bocca dei giornalisti e degli editori a cui, di solito, seguono sentenze di non luogo a procedere. “Fenomeno – ha sottolineato Lorusso – per il quale, servirebbe una norma precisa, ovvero chiunque promuova una querela temeraria infondata sia obbligato a una sanzione pecuniaria proporzionale al risarcimento richiesto in sede dibattimentale”.
Sulla riforma del reato di diffamazione a mezzo stampa, il segretario della Fnsi ritiene che “una norma di civiltà sarebbe la cancellazione del carcere per i giornalisti, mentre in tema di servizio pubblico radiotelevisivo, non ha esitato a denunciare le “criticità provenienti da un controllo diretto da parte del governo” che “indeboliscono l’efficacia dell’informazione”. Tutti temi che – a giudizio di Lorusso – devono tornare centrali nel Paese e di cui si deve discutere in Parlamento”. (giornalistitalia.it)
Il segretario Fnsi a Bari sull’uso del linguaggio e il controllo del Governo sulla Rai