DOHA (Qatar) – “Libertà di espressione: far fronte alla minaccia” è il tema della conferenza internazionale sulla libertà di espressione e di stampa in programma, domani e martedì a Doha, su iniziativa del Comitato Nazionale per i Diritti Umani (Nhrc) in collaborazione con la Federazione Internazionale dei Giornalisti (Ifj) e l’International Press Institute (Ipi). Al convegno parteciperà anche il Centro per la libertà di stampa di Doha (Dcmf) che proporrà un documento per la libertà di espressione e la difesa dei giornalisti e degli organi d’informazione.
Intervenendo alla conferenza stampa di presentazione dell’evento, Ali Bin Smaikh Al Marri, presidente del Comitato Nazionale per i Diritti Umani, ha sottolineato che l’incontro si pone l’obiettivo di analizzare, in maniera sinergica, le modalità d’intervento necessarie ad assicurare la libertà di opinione e di espressione nel mondo, servendosi delle norme del diritto internazionale. Al centro del dibattito, la tutela dei giornalisti e le azioni da intraprendere, nei vari Paesi, per garantire libertà e autonomia ai mezzi di informazione.
«La conferenza affronterà varie questioni, – ha dichiarato Ali bin Samikh al-Marri – tra cui la protezione dei giornalisti nelle zone di conflitto, la lotta contro l’impunità nei crimini contro i giornalisti e la sensibilizzazione sulle sfide etiche che devono affrontare i media, in particolare quelli che trattano il tema del razzismo. E, ancora, i conflitti culturali e religiosi e la promozione di un’etica degna della professione».
Oltre 200 i giornalisti che parteciperanno alla conferenza di Doha, tra cui i rappresentanti degli organismi internazionali impegnati nel campo dei diritti umani, nel sindacato, nei media, nella ricerca, oltre ai rappresentanti dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti dell’uomo e dell’Unesco. Per l’Italia sarà presente il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, componente del Comitato esecutivo dell’Ifj.
La due giorni di Doha sarà anche l’occasione per affrontare la delicata questione del blocco imposto dal 5 giugno su più fronti al Qatar da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein. In particolare, Ali bin Samikh al-Marri ha invitato il governo del Qatar a chiedere un parere della Corte internazionale di giustizia dell’Aja circa l’illegalità del blocco e la sua violazione delle leggi internazionali sui diritti umani.
Al-Marri ha anche affermato, nel corso della conferenza stampa, che il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia, anche se non vincolante, ha un valore morale che permetterà a Qatar di intraprendere altre misure procedurali per porre fine al blocco e perseguire coloro che ne sono responsabili nei tribunali internazionali.
Riferendo sugli esiti del suo recente viaggio in Europa e sulle varie riunioni tenute con i membri del Comitato per le Relazioni Estere del Parlamento europeo, che hanno condannato il blocco imposto al Qatar, Al-Marri ha sottolineato “la necessità di monitorare e documentare queste violazioni dei principi fondamentali dei diritti umani”. Non a caso le delegazioni delle varie organizzazioni per i diritti umani che si ritroveranno a Doha incontreranno i funzionari del Qatar, leggeranno i rapporti delle violazioni, mentre i giornalisti avranno l’opportunità di intervistare le vittime del blocco e sostenerne le battaglie per il risarcimento dei danni. (giornalistitalia.it)