ROMA – “Illustrare la storia di Oriana Fallaci, e raccontare il ventesimo secolo, percorso da una giornalista e scrittrice che lo ha vissuto da protagonista. Una donna dal carattere difficile, che amava provocare, che non aveva paura del conflitto, e soprattutto che portava avanti le sue idee anche quando queste contrastavano con l’opinione del resto del mondo. Una donna amata e odiata con egual passione”. Marco Turco parla di “l’Oriana”, la miniserie in due puntate in onda in prima serata su Rai1 lunedì 16 e martedì 17 febbraio che lo vede dietro la macchina da presa.
A dare il volto alla Fallaci l’attrice Vittoria Puccini che ha tirato fuori tutta la sua tempra fiorentina per questo ruolo anche se ci tiene ha dire:
“E’ stato motivo di grande orgoglio, una vera sfida. Ho cercato di rispettarla di non imitarla. La Fallaci è stata un vero mito, avanti anni luce a tante della sua generazione. Coglierne tutte le sfumature, mi ha ha messo a dura prova. Ho studiato la sua vita e letto i suoi libri per prepararmi. Non vorrei dire una banalità, ma per usare un paradosso Oriana Fallaci è stata una sorta di Forrest Gump al femminile, con la differenza che il primo era un personaggio di fantasia che si trovava per caso negli eventi epocali, lei invece era reale e si trovava lì perché voleva raccontarli quei fatti di cui è stata testimone diretta. Ha intervistato è messo in difficoltà i più grandi della terra, la più rocambolesca, quella a Khomeini, nel corso di un confronto scontro, si toglie di fronte al padre della rivoluzione islamica il chador.
Le domande erano quasi sempre più interessanti delle risposte. E’ diventata anche per questo lei stessa una star. È stata la prima reporter inviata donna in Italia. Mi resta un dubbio: se i suoi modi duri, bruschi, scostanti, soprattutto nell’ultima parte della sua vita, fossero naturali o non fossero invece almeno in parte una messa in scena per mettere alla prova l’interlocutore”.
“L’Oriana” è una coproduzione Rai Fiction – Fandango Tv (prodotto da Domenico Procacci, che ha acquisito i diritti del libro “Un uomo”), è stata girata nei luoghi toccati da Oriana Fallaci incluso il Vietnam, prima troupe a girare lì scene sulla guerra di quel periodo.
– E’ risaputo che Fallaci non voleva essere raccontata sul piccolo e grande schermo, ha detto tanti no, anche a Hollywood, cosa potrebbe pensare di questa fiction?
– “Se fosse ancora viva, sarei terrorizzata al pensiero che vedesse il film. Ma mi sono ispirata al suo coraggio. Comunque ho cercato di rispettarla”. Risponde ancora Puccini.
“Io credo ci avrebbe massacrato – confessa Marco Turco-. Ma credo che avrebbe riconosciuto la nostra passione”.
Vinicio Marchioni presta il suo volto a Alekos Panagulis, leader della resistenza greco e grande amore della giornalista e scrittrice: “Ho scoperto un uomo che dentro sé ne conteneva altri 15. Era un anarchico, un rivoluzionario, infiammato di vita e di morte. Si sono incontrati durante un’intervista fiume. Un uomo in grado di fare un attentato senza mezzi, con 10 metri di miccia. Era matto, sin dall’inizio. Una pazzia data dall’inseguire in maniera maniacale gli ideali di libertà”.
“Quando abbiamo iniziato a scrivere la sceneggiatura ‘L’Oriana’ abbiamo scoperto una persona – spiegano gli sceneggiatori Stefano Rulli e Sandro Petraglia – non catalogabile, molto libera. C’erano due diverse anime che convivevano, lei una profonda rabbia ed una profonda ironia. Abbiamo confrontato una Oriana giovane, più progressista, e quella più anziana che difende i valori occidentali minacciati dall’Islam. In passato abbiamo raccontato altri eretici come don Milani e Perlasca, la Fallaci è un’altra eretica”.
Secondo il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta per Oriana Fallaci fare l’inviato è stato “un modo di vivere e un impegno con se stessi e con gli altri. Il rapporto con Alekos Panagulis la sintesi più forte di questa vita vorace, curiosa, aggressiva, portata da un’insopprimibile tensione, senza paraventi o uscite di sicurezza”.
“Dagli esordi fino agli attacchi all’islam della Rabbia e l’Orgoglio all’indomani dell’11 settembre, Oriana Fallaci rimane una delle voci più coraggiose e innovative del nostro giornalismo. Raccontare la Fallaci è dunque una grande responsabilità perché è stata una donna complessa, non un personaggio monocorde. Raccontare oggi la sua vita pensiamo sia importante”. (Ansa)
Targata Rai Fiction, vede l’attrice Vittoria Puccini vestire i panni di “un vero mito”