Per arrivare a Santiago ai nostri pellegrini mancano “solo” 165 chilometri

Lorenzo e Angelo entrano in Spagna

Lorenzo Del Boca e Angelo Moia sul traghetto che attraversa il fiume Minho (Foto Giornalisti Italia)

A GUARDA (Spagna) – Lorenzo e Angelo attraversano il Minho, lasciano il Portogallo ed entrano in Spagna. Anche se, sul cartello di benvenuto, sta scritto: “Galizia”. Qui il federalismo è una cosa seria, e le regioni rivendicano un’autonomia davvero speciale. Nelle piazze è più facile trovare i drappi bianco-azzurro di Santiago piuttosto che le bandiere rosse e gialle di Madrid.

Lorenzo e Angelo in Galizia (foto Giornalisti Italia)

Adesso, il confine rappresenta soltanto un riferimento geografico. Tra la regione del “Norte” portoghese e la Galizia non c’è soluzione di continuità.

Dopo gli ombrelli, i cappelli… (foto Giornalisti Italia)

Paesaggi simili, cucina analoga con il baccalà a farla da padrone e linguaggi compatibili. La lingua galiziana, per cadenza e per grammatica, è un portoghese appena corrotto dallo spagnolo. Unica differenza, per gli stranieri, è che in Portogallo è meglio parlare inglese, anche se la gente lo capisce poco e si esprime peggio. Però, lo spagnolo che, pure padroneggerebbero meglio, li fa sentire di serie B e li mette di cattivo umore. In Galizia questo problema non esiste.
La frontiera disegnata dal Rio Minho è in realtà un ponte che unisce due comunità.
Non è stato sempre così. Per qualche secolo, dal 1400 in avanti, i confini sono stati contesi. Lo testimoniano i resti delle fortezze che, a destra e a sinistra del fiume, presidiavano i territori di Spagna e Portogallo. Hanno persino sfrattato i monaci domenicani che abitavano un convento costruito su un isolotto. Volevano fortificare le strutture per metterci un presidio militare.
Lorenzo e Angelo sono a tre quarti del cammino. Sono partiti da Cabo da Rocha (Lisbona) marciando verso nord. Il cammino portoghese ha proposto una deviazione per raggiungere Fatima. Lorenzo e Angelo ci sono andati per portarci la bandiera del Venerdì Santo di Romagnano Sesia.
A Oporto, il percorso ha offerto un’alternativa. Si poteva prendere il sentiero “central” che punta dritto a settentrione. Oppure deviare verso l’oceano seguendo l’itinerario “de la costa” che, rispetto all’altro, disegna una specie di parentesi graffa. È più lungo di una settantina di chilometri, ma Lorenzo ed Angelo potevano scegliere la via più breve?

Lorenzo Del Boca in marcia verso Santiago (foto Giornalisti Italia)

Il cammino ha riservato loro scoperte piacevoli. I portoghesi sono dinamici, volenterosi e intraprendenti. In questi anni, stanno vivendo un piccolo boom economico. La cartina di tornasole viene dalla vitalità del mondo del l’edilizia. I muratori sono al lavoro dappertutto e ovunque si costruisce.

Ogni piccola comunità è in grado di valorizzare le proprie eccellenze. Águeda ha tappezzato il cielo di ombrelli per pubblicizzare la sua rassegna cinematografica. Sao João de Madeira, ai balconi, ha appeso i cappelli per promuovere la sua industria manifatturiera. Caminha si è trasformata in un villaggio medievale con cavalieri e alabardieri per ricordare le sue origini monastiche. Per arrivare a Santiago de Compostela, a Lorenzo e Angelo mancano “solo” 165 chilometri. Forza, ragazzi! Giornalisti Italia aspetta il prossimo reportage. (giornalistitalia.it)

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