SANTIAGO DI COMPOSTELA (Spagna) – Santiago di Compostela! Lorenzo Del Boca e Angelo Moia, pellegrini sul Camino del Norte, già vedevano le guglie della basilica di San Giacomo quando hanno incrociato il pullman di Don Gianni Remogna e dei fedeli di Romagnano Sesia. I loro concittadini – eh, già, il tre volte presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti e il suo rodato compagno di avventura sono Romagnanesi doc – avevano deciso di percorrere a piedi gli ultimi 5 chilometri e, per Lorenzo ed Angelo, si trattava di misurare i passi in modo da arrivare quando loro si mettevano in marcia. E, infatti, i due pellegrini non hanno mancato l’appuntamento con una cinquantina di vicini di casa, pure loro in pellegrinaggio, ma con molti chilometri in meno e più comodità sulle spalle.
L’incontro è avvenuto sul Monte do Gozo, “sotto al monumento dedicato a Giovanni Paolo II, che proprio qui, nel 1989, – rammenta lo storico Del Boca – aveva convocato i giovani per la loro giornata mondiale. Da quel momento il Camino de Santiago che, dal Medio Evo, aveva conosciuto fortune altalenanti, ha ripreso vigore diventando un fenomeno religioso, culturale e sociologico di proporzioni poderose”.
Angelo portava sullo zaino la bandiera del Venerdì Santo, lui che per 20 anni ha vestito i panni di Cristo nella storica rappresentazione di Romagnano. L’originale, non dimentichiamolo, l’anno scorso ha attraversato l’Europa – 2100 chilometri percorsi dai nostri in due “mega tappe” da Canterbury a Roma – per essere donato alla Segreteria Vaticana. Alla copia i due pellegrini hanno fatto percorrere il Cammino del Nord dai Pirenei a Santiago di Compostela.
Gli ultimi 200 chilometri di questo nuovo pellegrinaggio si sono snodati in Galizia tra boschi, campi coltivati, fattorie e animali da allevamento.
“La marcia – raccontano Del Boca e Moia – è stata complicata da tre giorni di maltempo che ha portato pioggia e ha fermato la colonnina di mercurio sui 12 gradi. Più che Spagna sembrava Scandinavia. Ma, ormai, le croci di Santiago ai lati del sentiero si erano fatte più imponenti, a indicare che la meta era ormai prossima e, infatti, ecco i bastioni medioevali della città, le stradine anguste che si impennano in salita, i portici di granito e, infine, la cattedrale (in restauro) del Santo”.
Alle spalle Lorenzo e Angelo hanno quasi 900 chilometri di percorso e davanti la statua dell’Apostolo Giacomo che i pellegrini, tradizionalmente, abbracciano al loro arrivo.
“Un tempo – fa notare Del Boca – il cerimoniale era più complesso e coinvolgente. Chi aveva camminato infilava le mani nel cavo di una colonna all’ingresso della Cattedrale e poi appoggiava la fronte sulla testa della statua di Mastro Matteo realizzatore dell’intero complesso. Le opere di restauro hanno reso inaccessibile l’intero porticato. Occorre accontentarsi…”.