Mentre il liquidatore si ostina a non far lavorare i giornalisti, né a pagarli o licenziarli

L’Ora, segnali di speranza da Palazzo Chigi

Carlo Parisi, Luciano Regolo e Franco Siddi all’uscita da Palazzo Chigi

Carlo Parisi, Luciano Regolo e Franco Siddi all’uscita da Palazzo Chigi

ROMA – Il Governo segue con la massima attenzione il caso dell’Ora della Calabria. Dopo la visita del ministro Maria Carmela Lanzetta nella redazione centrale occupata di Rende e l’incontro con il sottesegretario all’editoria, Luca Lotti, a Catanzaro, una delegazione del quotidiano calabrese, guidata dal direttore Luciano Regolo, accompagnata dal segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, e dal vicesegretario nazionale Carlo Parisi, segretario del sindacato calabrese, è stata ricevuta a Palazzo Chigi.
“Nel corso del colloquio a tutto tondo – dichiara il direttore dell’Ora della Calabria – sono state vagliate una serie di ipotesi per garantire alla nostra squadra la possibilità di proseguire il proprio impegno per la libera informazione.
Più volte – ricorda Luciano Regolo – il ministro Lanzetta mi ha espresso, anche in altre conversazioni, la sua speranza che la nostra storia di soprusi e bavagli intollerabili incoraggi la riscossa di tutto il sistema editoriale calabrese. Riscossa che nella nostra regione, segnata dai trasversalismi e dalle collusioni oscure, rappresenta un’occasione di stimolo per una stampa coraggiosa al servizio esclusivo dei cittadini”.
“E’ evidente da quanto emerso negli incontri davanti al prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao – sottolinea Regolo – che il liquidatore, Giuseppe Bilotta, non abbia alcuna intenzione di cedere la testata a noi giornalisti dell’Ora. Perciò, si sta profilando sempre più nitidamente la strada di un nuovo giornale che prosegua la linea e i contenuti, fra l’altro apprezzati, dati alla mano, dall’intera comunità regionale, da tutti i calabresi stanchi di omertà e prepotenze”.

Luciano Regolo a Palazzo Chigi

Luciano Regolo a Palazzo Chigi

“Stiamo lavorando con ogni energia, per noi stessi e per i lettori che hanno continuato a seguirci con attenzione e affetto sul nostro blog – ricorda il direttore dell’Ora – dopo la sospensione delle pubblicazioni e l’oscuramento del sito. I cinghiali e i meschini sciacalli dell’editoria inciuciona che continuano a ostacolare ogni nostra possibile rinascita si rassegnino: siamo ancora in piedi e più creativi e combattivi che mai”.
“Soddisfazione per gli incoraggianti segnali di speranza per i 66 lavoratori dell’Ora della Calabria”, viene espressa dal segretario e dal vicesegretario nazionale della Fnsi, Franco Siddi e Carlo Parisi, i quali ricordano che “promuovere la rioccupazione dei colleghi senza lavoro”, come recita l’articolo 3 dello statuto federale, è uno dei compiti fondamentali del sindacato dei giornalisti.
La Fnsi è, infatti, fortemente impegnata a “garantire il pieno rispetto degli interessi professionali, contrattuali, previdenziali e assistenziali dei giornalisti difendendone l’autonomia sia nei confronti dei pubblici poteri sia nei confronti di chiunque intenda interferire e condizionare il loro lavoro”.
Proprio in questa direzione, la Fnsi ha chiesto al Governo un intervento per “porre fine all’indecorosa sceneggiata che sta animando la vertenza de ‘L’Ora della Calabria’ e che 
vede il liquidatore protagonista di ripetuti capovolgimenti di fronte rispetto agli impegni assunti davanti al prefetto di Cosenza”.
Il liquidatore della C&C, infatti, dopo essersi impegnato, davanti al prefetto, a riattivare l’edizione on line, brutalmente oscurata assieme alla sospensione delle pubblicazioni dell’edizione cartacea, ha prima prolungato le ferie forzate, poi dichiarato che non intende riattivare il sito, se non per la mera consultazione dell’archivio. Insomma, il liquidatore non intende far lavorare i giornalisti, ma nel contempo non procede al loro licenziamento, né provvede a saldare tutte le spettanze dovute impedendo, così, 
agli stessi di poter accedere agli ammortizzatori sociali.

Franco Siddi a Palazzo Chigi

Franco Siddi a Palazzo Chigi

Un atteggiamento assurdo che, lunedì scorso, ha spinto Carlo Parisi a sollecitare “un incontro per l’esame di ulteriori proposte per meglio fronteggiare le conseguenze sul piano sociale derivanti dalla cessazione di attività della C&C. Incontro – ha precisato Carlo Parisi, dichiarando la propria disponibilità per i giorni 12 e 13 giugno – da espletarsi a Palazzo del Governo”.
Imbarazzante, quanto incomprensibile la risposta del liquidatore Bilotta: “Con riferimento alla V/richiesta di incontro ricevuta via fax in data 09/06/2014 alle ore 18:48, inviata esclusivamente al sottoscritto ed al Prefetto e non alle altre sigle sindacali interessate dalla vicenda, si evidenzia quanto segue: in merito all’incontro richiesto, ferma restando la mia disponibilità, Vi informo che in data 09/06/2014, essendo scaduti i termini previsti dall’art. 4 della L. 223/91, ho provveduto, per come sancito dalla medesima normativa, ad inviare alla Regione Calabria apposita comunicazione per la convocazione delle parti interessate per l’esame congiunto della seconda fase procedurale. Pertanto, laddove si decidesse di effettuare un incontro presso la Prefettura, rispetto al quale ribadisco la mia disponibilità, restano da rispettare i termini procedura previsti dalla L. 223/91”.
Ricordando che “la Fnsi è l’unico sindacato titolato ad occuparsi dei giornalisti e che, pertanto, non spetta ad esso convocare altri sindacati che hanno, eventualmente, il compito di tutelare altre categorie (grafici, poligrafici, amministrativi)”, Carlo Parisi sollecita Bilotta a “comunicare al prefetto Tomao la propria disponibilità all’esame congiunto senza tentare di allungare, ancora una volta, i tempi attraverso il tentativo di spostare la vertenza su tavoli diversi da quello da lui stesso solennemente approvato davanti al rappresentante del Governo”.
“L’auspicio – concludono Carlo Parisi e Franco Siddi – e che la Magistratura concluda al più presto i procedimenti giudiziari già avviati sul caso l’Ora della Calabria, con particolare riferimento all’oscuramento dell’edizione on line (disposto dal liquidatore che ha, di fatto, censurato la libertà di stampa e mortificato il lavoro dei giornalisti) ed ai motivi per i quali ai giornalisti viene impedito sia di lavorare che di accedere agli ammortizzatori sociali attraverso il licenziamento”. (www.giornalistitalia.it)

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