RENDE (Cosenza) – Se non fosse tragica questa situazione che stiamo vivendo dopo 30 giorni di occupazione, potremmo dire che le comunicazioni del liquidatore Bilotta oramai ricordano le barzellette di “Pierino”. Come ricorderete, Bilotta, dopo aver promesso anche al prefetto di Cosenza di attivarsi per il ripristino del sito e di presentare al Cdr la stima e una proposta di vendita, non ha fatto né l’uno, né l’altro, anzi aveva spiegato al Cdr stesso che era inutile presentare tale proposta, poiché tanto in caso di acquisto della testata da parte dei giornalisti, De Rose avrebbe fatto valere la revocatoria. Ora il liquidatore, però, ci ha fatto un’altra sorpresa.
Alle 21.24 di eri (sarà stata la febbre di travoltiana memoria?) scrive al Cdr, che farà ripristinare il sito solo dopo che noi avremo pagato i 300 euro necessari per riattivare i due service (che Bilotta ha fatto saltare), precisando che si potrà accedere all’archivio, ma non si potranno aggiornare i contenuti. Vi domanderete perché? Ed ecco la risposta di Bilotta: non intende sospendere le ferie forzate, quindi non vuole farci lavorare “mentre siamo in vacanza”.
Non so se ridere o piangere, visto che da un mese come tutta l’Italia sa, la redazione lavora giorno e notte contro i soprusi inflitti da questa surreale liquidazione. A parte questo, tanti colleghi ed io non abbiamo ferie e permessi da godere nemmeno da un punto di vista formale. Ma la cosa più assurda è che nella sua mail notturna dice anche di non aver ricevuto proposte concrete dal Cdr. Ma se aveva detto lui che era inutile prendere la testata, perchè tanto su di essa si sarebbe avventata la furia creditizia di De Rose…
La verità è che Bilotta ormai non sa più a quale lume ispiratore votarsi e continua ad intorpidire le acque, prendendo tempo e magari assecondando i soliti venti cangianti. Sappiamo, peraltro, che De Rose sarebbe pronto a rinunciare al suo credito (oltre 600 mila euro solo nel 2013) e ovviamente non si sa il perché. Da indiscrezioni piuttosto autorevoli, pare certo che l’accurduni tra la proprietà e lo stampatore sia ormai in dirittura d’arrivo. L’unico ostacolo i miei colleghi ed io, perché non potremmo mai lavorare in un clima di così poca chiarezza, con chi ci ha fatto passare di tutto in questi ultimi mesi e magari pensa pure di fare in modo che il giornale continui ad essere stampato da De Rose, nonostante sia indagato nell’inchiesta Oragate per violenza privata (insieme al figlio di Gentile).
Dovrò ripetermi, sappia Bilotta che le sue tragicomiche barzellette alla “Pierino” non sortiranno mai l’effetto di disorientare le autorità, la magistratura, la pubblica opinione e noi giornalisti. Se c’è una cosa che abbiamo imparato in questi giorni duri, da quando ci è stato imposto il bavaglio, è che vogliamo una testata libera, gestita in modo imprenditorialmente sano e siamo sicuri che presto questo sogno diventerà realtà. Dio ci salvi dagli accurduni!
Luciano Regolo
direttore dell’Ora della Calabria