REGGIO CALABRIA – Quasi un’ora di colloquio e, alla fine, l’impegno: “Ci rivedremo a Roma. Fateci avere il materiale necessario e faremo di tutto per darvi una mano”. E’ quanto hanno assicurato i componenti della Commissione antimafia, in questi giorni in Calabria, che ieri sera hanno incontrato hanno incontrato, a Reggio, una delegazione dei giornalisti dell’Ora della Calabria, guidata dal direttore Luciano Regolo.
Mentre, tra i membri della delegazione parlamentare, vi erano – oltre al vicepresidente Claudio Fava – anche le calabresi Enza Bruno Bossio e Dorina Bianchi. Presente, anche se solo per un saluto, il presidente Rosy Bindi.
Una discussione serrata tra i parlamentari e i giornalisti, che hanno ripercorso le tappe più “calde” dell’“Oragate”. E’ stato Luciano Regolo a sintetizzare i due mesi di eventi che si sono susseguiti e che hanno portato alla chiusura del giornale e all’occupazione delle redazioni: dalla famosa telefonata Citrigno-De Rose, nella notte della censura sulla notizia dell’indagine a carico di Andrea Gentile, sino al “venerdì di Passione”, giorno nel quale L’Ora ha sospeso le pubblicazioni.
Molte le domande poste dalla Commissione, favorite anche dalla presenza di due parlamentari calabresi (Bruno Bossio e Bianchi) per una più rapida conoscenza dei fatti e dei personaggi coinvolti.
“Nessun particolare è stato nascosto, – sottolineano i giornalisti – così come molta attenzione è stata prestata al rapporto intercorrente tra la famiglia Citrigno e lo stampatore Umberto De Rose”.
“Perchè un imprenditore dovrebbe continuare a stampare un giornale – si è chiesto, davanti alla Commissione, il direttore Luciano Regolo – anche dopo aver sperimentato per molto tempo i mancati pagamenti, da parte dell’editore dell’Ora?”.
Alla Commissione sono state fornite anche utili informazioni riguardanti i rapporti tra De Rose e la famiglia Gentile.
“Ritenete che la chiusura del giornale possa dipendere anche dalla vicenda che ha visto coinvolto l’ex sottosegretario?”, ha chiesto il vicepresidente Fava. La risposta del direttore Regolo è stata eloquente: “Pensiamo che sicuramente tutti questi fatti abbiano avuto un ruolo non secondario”.
Il caposervizio della redazione di Reggio Calabria, Consolato Minniti, ha poi rappresentato alla Commissione “la difficoltà di operare nel territorio calabrese, dove esistono sistemi di potere trasversali che ammorbano il territorio e non consentono di poter avere un’informazione libera”.
Dal canto loro, i membri dell’Antimafia hanno invitato Regolo e Minniti ad un’audizione formale sul tema “Informazione e mafia”, percorso di lavoro che la Commissione intraprenderà a breve.
In conclusione dell’incontro, i parlamentari hanno chiesto ai giornalisti i documenti riguardante la vicenda dell’Ora, anche perchè potrebbero sussistere elementi d’illegittimità nelle decisioni assunte dal liquidatore della società.
La Commissione a colloquio con una delegazione di giornalisti guidata da Regolo