COSENZA – Si allungano ancora i termini per il fallimento del quotidiano L’Ora della Calabria. È, infatti, slittata al 19 aprile, alle ore 9.15, l’udienza prefallimentare, prevista per il 1° febbraio, dilatando, così, la già lunga attesa dei giornalisti che aspettano, da quattro anni, gli ultimi tre stipendi e il Trattamento di Fine Rapporto da parte del Gruppo editoriale C&C con a capo Alfredo Citrigno, figlio di Piero, già editore di Calabria Ora, nome sostituito, poi, da L’Ora della Calabria nell’agosto 2013.
Nell’udienza di ieri il giudice avrebbe dovuto prendere atto che la proposta di concordato presentata dal liquidatore Giuseppe Bilotta per conto della Gruppo editoriale C&C nel dicembre scorso è stata rigettata dal Tribunale di Cosenza. Un impedimento dello stesso giudice ha fatto, però, in modo che il tutto slittasse al 19 aprile. Esattamente quattro anni dopo il giorno in cui proprio Bilotta (era il 18 aprile 2014) comunicò al direttore Luciano Regolo e a tutta la redazione di sospendere le pubblicazioni e di chiudere il sito internet del quotidiano.
Tutto questo avveniva a due mesi di distanza dalla famosa telefonata fra Umberto De Rose e Alfredo Citrigno, telefonata registrata dal direttore Luciano Regolo, in cui lo stampatore De Rose diceva al giovane editore di non fare uscire la notizia relativa ad un’indagine a carico di Andrea Gentile (le accuse nei suoi confronti sono poi tutte cadute), figlio del senatore Tonino. La famosa telefonata in cui de De Rose parlava del sottosegretario Gentile come un «cinghiale ferito che ammazza tutti» e delle ripercussioni, per la famiglia Citrigno, se la notizia fosse uscita.
Il giornale non arrivò mai in edicola e un processo sta accertando se, quella notte, ci fu o meno un guasto alla rotativa, come affermò De Rose.
Proprio nelle udienze del processo conosciuto come “Oragate” è emerso che un tecnico falsificò il documento che accertava la rottura della rotativa. Ad aprile del 2014 Bilotta, intanto nominato liquidatore fallimentare dal Gruppo C&C, decideva di stoppare le stampe per il debito con la tipografia di De Rose. La redazione venne occupata dal direttore Regolo e dai giornalisti per tre mesi.
Il 19 aprile 2018 ci sarà, dunque, l’ennesima udienza in tribunale per decidere del fallimento di un’azienda che non produce nulla da quattro anni. (giornalistitalia.it)
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