RENDE (Cosenza) – Il Comitato di redazione de “l’Ora della Calabria” e il Sindacato Giornalisti della Calabria non si ritengono soddisfatti dall’incontro, avvenuto ieri, con il liquidatore del “Gruppo Editoriale C&C srl”, Giuseppe Bilotta, “che non ha chiarito nessun punto degli interrogativi posti la scorsa settimana a proposito della situazione economica del giornale e del rispetto delle scadenze di pagamento delle spettanze a redattori e collaboratori”.
Il Cdr condivide, inoltre, con il direttore Luciano Regolo la “preoccupazione che la testata possa finire proprio nelle mani della stessa persona che ha cercato di censurarla e sulla quale è in corso, per il blocco della rotativa nella notte del 18-19 febbraio, un’inchiesta della magistratura”.
“Di fronte a questa inaccettabile eventualità e in attesa dei chiarimenti già richiesti”, il Cdr de “l’Ora della Calabria” ed il Sindacato Giornalisti della Calabria proclamano tre giorni di sciopero a partire da oggi, venerdì 18 aprile 2014.
Il 5 aprile scorso, alla presenza del vicesegretario nazionale Fnsi, Carlo Parisi, l’Assemblea dei giornalisti del quotidiano calabrese aveva affidato al Comitato di redazione un pacchetto di dieci giorni di sciopero esprimendo “viva preoccupazione per il grave stato d’incertezza che caratterizza l’attuale situazione della testata ed il futuro di tutti i lavoratori”.
Due giorni dopo, il 7 aprile, il liquidatore Giuseppe Bilotta comunicava al Cdr ed al Sindacato che “in data 27 marzo 2014, con atto del notaio Stefano Camilleri, la società «Gruppo Editoriale C&C srl» di Alfredo Citrigno è stata posta in liquidazione nominando il sottoscritto liquidatore con pieni poteri”.
“In merito ai pagamenti delle spettanze arretrate (tredicesima mensilità e mese di marzo) – assicurava Bilotta – sarà mia cura darvi un riscontro più preciso entro cinque giorni ovvero il tempo di avere disponibile una situazione finanziaria aggiornata della società”.
Il 5 aprile scorso, alla presenza del vicesegretario nazionale Fnsi, Carlo Parisi, l’Assemblea dei giornalisti del quotidiano calabrese aveva affidato al Comitato di redazione un pacchetto di dieci giorni di sciopero esprimendo “viva preoccupazione per il grave stato d’incertezza che caratterizza l’attuale situazione della testata ed il futuro di tutti i lavoratori”.
Due giorni dopo, il 7 aprile, il liquidatore Giuseppe Bilotta comunicava al Cdr ed al Sindacato che “in data 27 marzo 2014, con atto del notaio Stefano Camilleri, la società «Gruppo Editoriale C&C srl» di Alfredo Citrigno è stata posta in liquidazione nominando il sottoscritto liquidatore con pieni poteri”.
“In merito ai pagamenti delle spettanze arretrate (tredicesima mensilità e mese di marzo) – assicurava Bilotta – sarà mia cura darvi un riscontro più preciso entro cinque giorni ovvero il tempo di avere disponibile una situazione finanziaria aggiornata della società”.
“Sto consentendo la prosecuzione delle pubblicazioni – aveva aggiunto il commercialista cosentino – nella speranza di poter perfezionare un accordo finalizzato alla cessione onerosa del complesso aziendale in favore di terzi, ovvero al godimento oneroso del complesso aziendale stesso per assicurare la continuità delle pubblicazioni e la conservazione dei posti di lavoro”.
Concetti, questi, ribaditi il 10 aprile dal liquidatore nel corso di un incontro, nel suo studio di Rende, con il vicesegretario della Fnsi, Carlo Parisi, ed il Comitato di redazione de “l’Ora”, assistiti dall’avv. Mariagrazia Mammì dell’Ufficio Legale del Sindacato Giornalisti della Calabria.
Nell’occasione, il liquidatore aveva chiesto “una settimana di tempo per prendere visione del bilancio societario e fornire tempistiche certe sul pagamento delle spettanze arretrate, pur garantendo il saldo degli stipendi e il pagamento delle tredicesime, che potrà avvenire secondo due modalità: in unica soluzione con pagamento a giugno o con una rateizzazione spalmata sulle prossime tre mensilità. Bilotta aveva anche assicurato di aver già provveduto al pagamento dello stipendio di febbraio a tutti i giornalisti, aggiungendo che “il quadro definitivo della situazione l’avrebbe, comunque, avuto la settimana successiva, dopo aver consultato la documentazione contabile che – ha assicurato – gli era stata consegnata il giorno prima.
Entro una settimana, dunque, Bilotta si era impegnato a fornire i dati relativi agli incassi mensili delle vendite e degli introiti pubblicitari previsti grazie ai contratti già stipulati. Giornalisti e Sindacato, oltre ad eventuali nuovi investitori, attendevano, dunque, di capire se le entrate correnti siano sufficienti a garantire la sostenibilità del giornale.
Ieri, dopo l’incontro con il liquidatore Bilotta, che ha comunicato al Cdr di non aver ancora visionato le carte, è stata immediatamente convocata l’Assemblea dei giornalisti.
Nell’occasione, il liquidatore aveva chiesto “una settimana di tempo per prendere visione del bilancio societario e fornire tempistiche certe sul pagamento delle spettanze arretrate, pur garantendo il saldo degli stipendi e il pagamento delle tredicesime, che potrà avvenire secondo due modalità: in unica soluzione con pagamento a giugno o con una rateizzazione spalmata sulle prossime tre mensilità. Bilotta aveva anche assicurato di aver già provveduto al pagamento dello stipendio di febbraio a tutti i giornalisti, aggiungendo che “il quadro definitivo della situazione l’avrebbe, comunque, avuto la settimana successiva, dopo aver consultato la documentazione contabile che – ha assicurato – gli era stata consegnata il giorno prima.
Entro una settimana, dunque, Bilotta si era impegnato a fornire i dati relativi agli incassi mensili delle vendite e degli introiti pubblicitari previsti grazie ai contratti già stipulati. Giornalisti e Sindacato, oltre ad eventuali nuovi investitori, attendevano, dunque, di capire se le entrate correnti siano sufficienti a garantire la sostenibilità del giornale.
Ieri, dopo l’incontro con il liquidatore Bilotta, che ha comunicato al Cdr di non aver ancora visionato le carte, è stata immediatamente convocata l’Assemblea dei giornalisti.
Bilotta, intanto, confermando l’avvenuto pagamento di tutti gli stipendi del mese di febbraio, informava che “le paghe relative al mese di marzo saranno regolarmente corrisposte entro il 30 aprile, mentre la tredicesima mensilità dell’anno 2013 prevedo che sarò in grado di poterla pagare in unica soluzione nel mese di luglio oppure, a vostra univoca scelta, in tre rate a fine maggio, giugno e luglio”.
La comunicazione non è stata ritenuta sufficiente dall’Assemblea che, a maggioranza, si è espressa per la proclamazione immediata dello sciopero.
In tarda serata, inoltre, il direttore de “l’Ora della Calabria”, Luciano Regolo ha informato la redazione ed il vicesegretario nazionale della Fnsi, Carlo Parisi – impegnato a Roma nelle trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro giornalistico Fieg-Fnsi – del “rischio che la testata possa finire nelle mani dello stampatore Umberto De Rose”, ovvero di colui il quale è stato indagato dalla Procura di Cosenza, assieme ad Andrea Gentile, nell’ambito dell’inchiesta sulla mancata uscita in edicola del giornale, per un presunto guasto nella notte tra il 18 e il 19 febbraio scorsi. Parisi, preso atto della volontà dell’Assemblea e delle novità del direttore, contenute nell’editoriale di oggi, ha deciso di garantire la copertura sindacale allo sciopero indetto congiuntamente al Comitato di redazione.
Da ricordare che il “guasto” alla rotativa aveva seguito alla telefonata con l’editore, Alfredo Citrigno, nella quale De Rose chiedeva di eliminare la notizia che Andrea Gentile, figlio del senatore Antonio (Ncd), fosse indagato in relazione all’inchiesta su presunti appalti sospetti all’Asp di Cosenza”.
Come si ricorderà, la telefonata, contenente l’ormai celebre frase “il cinghiale, quando viene ferito, ammazza tutti”, è stata consegnata alla Procura dal direttore Luciano Regolo, che l’ha resa nota. A parte le minacce di reciproche querele tra le parti, la Procura do Cosenza ha aperto un’inchiesta per verificare se la mancata stampa sia davvero legata alla notizia da non pubblicare o sia, come sostiene De Rose, imputabile solo a un casuale guasto delle rotative. Il caso ha, comunque, già portato il senatore Antonio Gentile a dimettersi da sottosegretario alle infrastrutture del Governo Renzi. (www.giornalistitalia.it)
Da ricordare che il “guasto” alla rotativa aveva seguito alla telefonata con l’editore, Alfredo Citrigno, nella quale De Rose chiedeva di eliminare la notizia che Andrea Gentile, figlio del senatore Antonio (Ncd), fosse indagato in relazione all’inchiesta su presunti appalti sospetti all’Asp di Cosenza”.
Come si ricorderà, la telefonata, contenente l’ormai celebre frase “il cinghiale, quando viene ferito, ammazza tutti”, è stata consegnata alla Procura dal direttore Luciano Regolo, che l’ha resa nota. A parte le minacce di reciproche querele tra le parti, la Procura do Cosenza ha aperto un’inchiesta per verificare se la mancata stampa sia davvero legata alla notizia da non pubblicare o sia, come sostiene De Rose, imputabile solo a un casuale guasto delle rotative. Il caso ha, comunque, già portato il senatore Antonio Gentile a dimettersi da sottosegretario alle infrastrutture del Governo Renzi. (www.giornalistitalia.it)