COSENZA – Il direttore de “L’Ora della Calabria”, Luciano Regolo, e il segretario del Sindacato giornalisti della Calabria e vicesegretario della Fnsi, Carlo Parisi, sono tornati a chiedere, nella conferenza stampa convocata questa mattina, 25 aprile, nella sede di Rende, che gli organi preposti si attivino per dipanare le ombre attorno alla vicenda della liquidazione della società editrice C&C. Nelle scorse ore, il liquidatore Giuseppe Bilotta ha comunicato l’attivazione della procedura di licenziamento collettivo.
Il direttore Luciano Regolo ha ricordato quale «spartiacque» abbia rappresentato l’Oragate, ovvero la mancata andata in stampa dell’Ora il 19 febbraio dopo la telefonata tra l’ex editore Alfredo Citrigno e lo stampatore Umberto De Rose il quale lo aveva invitato a non pubblicare la notizia delle indagini a carico del figlio del senatore Antonio Gentile (poi costretto alle dimissioni da sottosegretario). La prosecuzione della linea intransigente, per una corretta informazione, è stata fondamentale per la libertà di stampa in una regione in cui «nulla è come appare».
Regolo ha lamentato la mancata comunicazione delle iniziative che riguardavano il giornale prese dal liquidatore Bilotta, relativamente alla sospensione delle pubblicazioni e, soprattutto all’oscuramento del sito internet «che avrebbe avuto un costo irrisorio di tre euro al giorno. Abbiamo chiesto al liquidatore – prosegue il direttore – di riprendere le attività on line e, se non ci verrà concesso, non escludiamo altre forme di lotta oltre all’assemblea permanente che continua».
Amara la constatazione di Luciano Regolo: «Chi alza la testa evidentemente deve essere eliminato, in un modo o nell’altro», ma dalla resistenza non si recede.
«Io sono qui per una questione di principio, anche se non lavorerò più in Calabria. Questa esperienza è stata bella perché mi ha consentito di costruire un rapporto umano con i colleghi, validi professionisti. Mi batterò – ha concluso il direttore Regolo – affinché, dopo questa esperienza, rinasca in maniera pulita e onesta».
Tra le stranezze segnalate dal direttore responsabile dell’Ora della Calabria, la circostanza che vede la presenza, nello studio del liquidatore, in occasione di un incontro con un imprenditore interessato a rilevare la testata, dell’ex editore Alfredo Citrigno (casuale?), e la partecipazione dell’avvocato Celestino (già presentato allo stesso Regolo come legale di fiducia della famiglia Citrigno) all’incontro concordato tra il liquidatore, il cdr e il sindacato dei giornalisti.
«L’atto di “liberazione”, che richiama la festività del 25 aprile – ha rilevato Carlo Parisi – era già iniziato quando i giornalisti si erano opposti alla richiesta dell’ex editore di aumentare al 60 per cento la quota degli ammortizzatori sociali a carico dell’Inpgi». Anche il sindacalista ha rilevato le stranezze nelle comunicazioni del liquidatore, il quale ha scritto che la procedura era in corso dal 27 marzo.
«Perché allora – chiede il vicesegretario della Fnsi – Bilotta ha consentito che L’Ora della Calabria continuasse ad andare in edicola? Lui ha risposto per evitare che la testata perdesse valore. Noi avevamo chiesto di conoscere le entrate correnti per avanzare una proposta per rilevare il giornale, ricordando che l’ex editore Alfredo Citrigno ci aveva detto che sarebbe bastato vendere mille copie in più per migliorare la situazione finanziaria. Quando i giornalisti – ricorda Parisi – hanno chiesto di conoscere la realtà dei conti, a quel punto la situazione è inspiegabilmente precipitata».
La cosa ancora più grave è l’oscuramento del sito poiché «alla fine dello sciopero proclamato, i giornalisti sono rientrati sul posto di lavoro. Il liquidatore dovrà spiegare anche perché ha continuato a pagare i 66 dipendenti in questi giorni».
Durissima la reprimenda del segretario del Sindacato giornalisti della Calabria: «Il liquidatore Bilotta deve rispondere di censura. Si può sospendere il sito, ma non cancellarlo. Questo può farlo solo la magistratura».
Dalla conferenza stampa si è levata la voce dei giornalisti. «Rischia di scomparire – ha affermato Marco Cribari del Cdr – il nome di un giornale creato con i nostri sacrifici, col nostro sudore, anche col sangue e col martirio. Non possiamo dimenticare, in questa storia, il nostro collega Alessandro Bozzo. L’Ora della Calabria non è solo un giornale, è un vessillo. Non possiamo ammainare la bandiera, la nostra speranza è questa».
Così il direttore Regolo alla conferenza stampa con Parisi e i giornalisti