ROMA – Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ricorda a tutte le colleghe e ai colleghi che “il Testo Unico dei doveri, approvato dal Cnog ed entrato in vigore il 3 febbraio 2016, ha riservato alla Carta di Treviso e a poche altre Carte, il privilegio di comparire come testo autonomo”.
A giudizio del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti “l’uso reiterato che molte testate, televisive, cartacee e online, fanno della definizione «baby squillo», ad esempio, è un’inammissibile violazione di questa Carta”.
“Le bambine – ricorda il Cnog – sono le vittime e gli uomini che abusano di loro, i pedofili, sono i colpevoli. Per un reato così grave non ci sono attenuanti. Usare i termini corretti è alla base del nostro lavoro. Scambiare le vittime con i colpevoli dà luogo ad una informazione falsa e fuorviante”.
Per il Consiglio nazionale “è un’inammissibile violazione della Carta di Treviso”