ROMA – Ancora in calo i lettori, passati dal 42,0% della popolazione di 6 anni e più del 2015 al 40,5% nel 2016. Si tratta di circa 23 milioni di persone che dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’intervista per motivi non strettamente scolastici o professionali. La popolazione femminile, inoltre, mostra una maggiore propensione alla lettura già a partire dai 6 anni di età: complessivamente il 47,1% delle donne, contro il 33,5% dei uomini, ha letto almeno un libro nel corso dell’anno. È quanto rileva il rapporto annuale dell’Istat sulla produzione e lettura di libri in Italia.
Leggono di più i giovani tra gli 11 e i 14 anni (51,1%) rispetto a tutte le altre classi di età. La diffusione dei lettori, inoltre, risente in misura significativa del livello di istruzione: legge il 73,6% dei laureati ma solo il 48,9% fra chi ha conseguito, al più, un diploma superiore.
Dal report si evince che persistono i divari territoriali: legge meno di una persona su tre nelle regioni del Sud (27,5%) mentre in quelle del Nord-est si raggiunge la percentuale più elevata (48,7%).
L’effetto della familiarità, inoltre, è forte nell’abitudine alla lettura. Il 66,9% dei ragazzi tra i 6 e i 18 anni con entrambi i genitori lettori, infatti, legge libri contro il 30,8% tra i figli di genitori che non leggono.
Nell’opinione degli editori, infine, i principali fattori che determinano la modesta propensione alla lettura in Italia sono il basso livello culturale della popolazione (39,7% delle risposte) e la mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura (37,7%).
Il rapporto evidenzia come sia ancora forte la differenza a livello territoriale e come la lettura risulti più diffusa nelle regioni del Nord-est e del Nord-ovest, dove dichiara di aver letto almeno un libro oltre il 48% delle persone residenti. Nel Sud la quota di lettori scende al 27,5%, mentre nelle Isole si osserva una realtà molto differenziata tra Sicilia e Sardegna (25,8% di lettori rispetto a 45,7%).
La tipologia comunale è un ulteriore elemento discriminante: risulta molto più diffusa nei comuni centro dell’area metropolitana, dove si dichiara lettore poco meno della metà degli abitanti (48,6%); la quota scende al 35,6% nei comuni con meno di 2 mila abitanti.
Nel dettaglio, si vede come le regioni con più lettori siano il Friuli-Venezia Giulia (54,3%) e la Valle d’Aosta (51,9%) che precedono Lombardia (48,9%), Veneto (48,7%) e Piemonte (48,1%). Il dato scende in maniera costante e significativa procedendo verso il Sud Italia fino a raggiungere le quattro regioni dove meno del 30% degli intervistati ha dichiarato di leggere almeno un libro l’anno: Puglia (27,2%), Campania (26,3%), Sicilia (25,8%) e Calabria (25,1%). (agi)
Contro il 42% registrato dall’Istat nel 2015. Maglia nera alle regioni del Sud (27,5%)