BOLOGNA – L’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna (Aser) esprime preoccupazione per il ripetersi di episodi che vedono giornalisti maltrattati o umiliati pubblicamente da chi rappresenta le Istituzioni.
Dopo l’episodio, ripreso da una telecamera e girato sui social network, in cui si vede il presidente della Giunta regionale irritato e fuori controllo rispondere sgarbatamente a una collega dell’edizione di Bologna del quotidiano la Repubblica, per essersi permessa di fare una domanda non gradita sulle proteste che avevano accompagnato il comizio di chiusura del premier Renzi alla Festa dell’Unità, a Piacenza si è registrata un’altra grave scorrettezza nei confronti di una giornalista.
Secondo quanto denuncia Nicoletta Bracchi, direttore dell’emittente Tele Libertà, una collega della sua testata – la giornalista Alessandra Lucchini – è stata cacciata dall’assessore comunale alle Politiche giovanili dalla sala in cui la stessa stava per tenere una conferenza stampa. Il tutto in malo modo e di fronte alle altre persone presenti.
L’Aser ritiene “inaccettabile che politici e amministratori si arroghino il diritto di scegliere a proprio piacimento da chi farsi intervistare o quali domande siano ritenute degne di una risposta o di una, cortese, non risposta. È, infatti, intollerabile che vengano fatte liste di proscrizione di cronisti non graditi da parte di chi ha il dovere di rendere conto ai cittadini delle proprie azioni e che si tenti di limitare il dovere dei giornalisti di informare, nel rispetto dell’onestà professionale ma senza essere asserviti”.
Il Sindacato dei giornalisti dell’Emilia Romagna, credendo che il pluralismo dell’informazione sia ancora una grande ricchezza, ammonisce che “chi ricopre incarichi pubblici non può pretendere di scegliere da chi essere intervistato e quali domande possano o non possano essergli fatte. Dispiace, infatti, che proprio chi dovrebbe rappresentare un esempio civico si lasci andare a comportamenti del tutto inappropriati”.
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