TEHERAN (Iran) – Il corrispondente del Washington Post nella capitale dell’Iran, accusato di spionaggio dalle autorità di Teheran, è stato condannato ad un anno di carcere. È stata la televisione iraniana a comunicare, nella notte, la notizia della condanna di Jason Rezaian, che si trova dietro le sbarre in Iran da oltre 400 giorni.
“È stato condannato, ma non ho dettagli del verdetto”, ha dichiarato il portavoce della procura generale Gholam Hossein Mohseni Ejehi, precisando che Rezaian e il suo legale hanno 20 giorni per presentare appello.
Leila Ahsan, l’avvocato del giornalista, ieri aveva detto che non c’erano nuovi sviluppi, mentre oggi non è stato possibile parlarci.
Rezaian, capo della redazione del Washington Post a Teheran, è accusato di una serie di capi di imputazione tra cui spionaggio per i quali rischia da 10 a 20 anni di carcere. Il suo processo, che si è tenuto a porte chiuse, è stato molto criticato dal governo americano e dalle organizzazioni per la libertà di stampa.
Proprio un mese fa era stato il presidente del Parlamento iraniano Ali Larijani a lasciar intendere che Rezaian, che ha la doppia nazionalità, sarebbe potuto diventare oggetto di uno scambio con prigionieri iraniani negli Stati Uniti. Poi, la notizia della condanna.
Il reporter del Washington Post è in carcere già da 400 giorni, accusato di spionaggio