REGGIO CALABRIA – “Osa” chiedere il pagamento degli stipendi, che non gli venivano corrisposti da novembre 2015, e si vede, prima, revocare l’incarico di direttore della testata giornalistica e, poi, licenziare “per assenza ingiustificata” dal posto di lavoro. Non siamo in una moderna novella pirandelliana, ma a Reggio Calabria, città nella quale, soprattutto negli ultimi mesi, editori che definire improvvisati è un eufemismo, pensano di poter fare impunemente il bello e il cattivo tempo giocando sulla pelle dei lavoratori.
A ricevere la lettera di licenziamento è stato il giornalista professionista Rocco Musolino, 55 anni, storica voce dell’emittente radiofonica reggina acquisita, nel febbraio 2012, dalla Energy Comunicazione srl di Santo Frascati.
A Musolino viene contestato di essersi “assentato ingiustificatamente dal servizio” per aver trasmesso in ritardo il certificato medico, trovandosi in malattia. “È del tutto ovvio – scrive, tra l’altro, l’azienda nella lettera di licenziamento – che la regolare revoca dell’incarico di direttore, avente natura fiduciaria, non possa assumere alcun valore esimente delle sue assenze, rispetto alle quali la scrivente società ritiene si sia integrata una lesione del vincolo fiduciario che non consente neppure la prosecuzione del rapporto di lavoro”.
Azienda che – si badi bene – non ha mai contestato alcun servizio o comportamento del giornalista che, esasperato da una situazione non più tollerabile, nel marzo scorso ha sollecitato il pagamento delle spettanze retributive maturate e non corrisposte ricevendo, per tutta risposta, la lettera con la quale l’editore Santo Frascati gli ha comunicato la revoca dell’incarico di direttore e l’assegnazione esclusiva all’attività di “giornalista radiofonico”.
“Revoca, naturalmente, sfornita della benché minima motivazione – ha immediatamente contestato l’avv. Cristina Pepe dell’Ufficio legale del Sindacato Giornalisti della Calabria – in violazione del divieto inderogabile, previsto dall’art. 2103 cc, che limita – a tutela del lavoratore – lo ius variandi del datore di lavoro, ovvero il potere di quest’ultimo di modificare le mansioni in virtù di esigenze di organizzazione del lavoro”.
“Un ingiusto demansionamento a danno dell’immagine e della dignità di Rocco Musolino – osserva l’avv. Pepe – al quale l’editore intimava, senza preavviso e senza motivazione alcuna, di iniziare a svolgere la propria attività presso la sede aziendale di Campo Calabro, ovvero pretendendo che il giornalista si sobbarcasse anche le spese di viaggio – una trentina di chilometri tra andata e ritorno – per confezionare in sede aziendale il radiogiornale che da quasi un anno il giornalista realizzava da casa, con la qualità di sempre, ma senza aggravare con le spese per il carburante la sua già disastrosa situazione finanziaria”.
Dulcis in fundo, per impedire e ostacolare il lavoro di Musolino, il 1° giugno l’editore modificava le credenziali d’accesso al server aziendale utilizzato per lo svolgimento dell’attività giornalistica e l’aggiornamento delle notizie del giornale, impedendogli di fatto di proseguire il lavoro per il quale – ricordiamo – non percepisce lo stipendio da quasi due anni.
“Senza entrare nel merito della contestazione, che sarà oggetto di ricorso al Tribunale di Reggio Calabria, con l’assistenza dell’Ufficio legale del Sindacato Giornalisti della Calabria, è davvero singolare – denuncia il segretario generale aggiunto della Fnsi, Carlo Parisi – che ci si permetta di cacciare in malo modo un professionista come Rocco Musolino che ha fatto la storia dell’emittenza radiofonica reggina con i suoi oltre 25 anni di direzione responsabile e di radiocronache sportive. Allo stesso modo – sottolinea Parisi – non si può non stigmatizzare il grave errore commesso dal giornalista nel dare credito e fiducia, per così lungo tempo, ad un editore che ha sistematicamente disatteso le promesse al punto tale da non pagare lo stipendio per quasi due anni”.
“Una situazione paradossale – afferma il segretario generale aggiunto della Fnsi – che, da un lato, evidenzia il dramma di chi, giunto a 55 anni, viene assalito dalla paura di perdere il posto di lavoro ed è disposto a spostare oltre limite l’asticella della liquidazione, magari in unica tranche, di tutti gli arretrati, e dall’altro ripropone l’arroganza di quanti si atteggiano ad editori sfruttando lo stato di bisogno dei lavoratori dai quali, però, pretendono l’assoluto rispetto delle regole e la qualità dell’informazione ”.
“Ai tanti Rocco Musolino che, in silenzio, continuano ad accettare situazioni lavorative di sfruttamento”, Carlo Parisi rivolge “l’appello a rialzare la testa e a denunciare senza esitazione gli editori improvvsati che distruggono la professione giornalistica e il mercato dell’informazione creando, di conseguenza, concorrenza sleale che finisce per mettere in crisi le aziende sane che, invece, pagano stipendi e contributi. Il giornalismo è un lavoro e, come tale, impone quello scatto di dignità, umana e professionale, che non fa di un uomo un eroe, ma un cittadino onesto che, rifiutando ogni mortificazione e ricatto, rivendica il sacrosanto diritto ad un salario dignitoso per condurre una vita normale”. (giornalistitalia.it)
Massima solidarietà al collega, ma fa bene Carlo Parisi a ricordare che “Il giornalismo è un lavoro e, come tale, impone quello scatto di dignità, umana e professionale, che non fa di un uomo un eroe, ma un cittadino onesto che, rifiutando ogni mortificazione e ricatto, rivendica il sacrosanto diritto ad un salario dignitoso per condurre una vita normale”.
La mia solidarietà all’amico fraterno Rocco. Un esempio di professionalità che, purtroppo, devo dire non paga in una terra piena di soprusi nel mondo del lavoro. Datori di lavoro che ragionano come padroni mancando di rispetto a chi come Rocco dedica la propria vita alla propria professione mettendola al servizio dell’utenza con grande spirito anche di sacrificio. Forza Rocco, amico siamo con te.
Massima solidarietà a Rocco Musolino…e vergogna per l’ennesimo episodio di sfruttamento di Professionisti!