ROMA – “Nel 2015 la Lev ha venduto libri per un valore di oltre 8 milioni e mezzo di euro. Queste entrate sommate a quelle dei diritti hanno consentito una gestione aziendale pienamente autonoma e ci ha consentito di dare al Santo Padre nel 2014 un utile di 480.000 euro mentre speriamo di chiudere il 2015 con un utile ancora superiore”. Lo afferma don Giuseppe Coste, direttore della Libreria editrice vaticana (Lev), in un’intervista all’Ansa.
“In termini economici basta pensare che soltanto con questi diritti l’Editrice gestisce qualcosa come un milione e mezzo di euro”.
Inoltre, spiega don Costa, “sono oltre cinquecento quest’anno le editrici, le università e le agenzie che ci hanno chiesto l’autorizzazione a pubblicare testi pontifici”.
I traguardi della Lev contribuiscono a quello che don Costa definisce il successo dell’editoria religiosa: “Anche questa – precisa – è una tendenza ormai irrefrenabile: l’editoria religiosa cresce per qualità e per quantità. Dimenticati i tempi delle battaglie ideologiche e della egemonia marxista sull’industria culturale, oggi l’editoria religiosa guarda senza complessi alla produzione dei laici per non dire che questi non disdegnano di invadere il mercato interessato alla religione. Per l’editoria religiosa si tratta di fare un ulteriore salto di qualità riqualificando la distribuzione e la promozione della propria produzione”.
“Quando fu pubblicato il documento del cardinal Sodano che imponeva il copyright sui testi e discorsi del Papa – ricorda don Costa –, non tutti furono d’accordo. Si disse che il Papa apparteneva a tutti e che non bisognava limitarlo con royalties e copyright. In realtà – conclude – l’aver affidato all’Editrice Vaticana il compito di gestire il copyright ha incrementato l’attenzione mondiale degli editori e questi hanno rappresentato un valore aggiunto alla stessa sua diffusione. Mai il Magistero è stato divulgato in tanta quantità”. (AgenSir)
Sono quelli relativi alla vendita dei libri nel 2015. Poi ci sono i diritti: 1 milione e mezzo