ROMA – L‘Italia è al 64° posto della classifica mondiale della libertà di stampa. In vetta la Svezia, Norvegia e Olanda, seguite da Finlandia e Belgio. Gli Stati Uniti figurano al 30° posto, la Francia al 33°, la Gran Bretagna al 36°. All’ultimo posto la Corea del Nord preceduta da Uzbekistan e Turkmenistan. Dunque, se la libertà di stampa si sta riducendo in tutto il mondo, non solo nei regimi autoritari, anche in Europa aumentano restrizioni a carico dei media e pressioni sui giornalisti. Numerose organizzazioni europee citano anche l’Italia tra i paesi a rischio, assieme a Croazia e Slovenia, a causa del fatto che i giornalisti possono rischiare il carcere nel riferire questioni di pubblico interesse.
In Grecia l’emittente pubblica è stata spenta, in Bulgaria i giornalisti sono stati ripetutamente vittime di violenze da parte della polizia e in Ungheria il parlamento sta adottando normative repressive sulla libertà di stampa. Tutti problemi che hanno subito aggravamenti a seguito della crisi economica.
La denuncia viene affidata ad una nota congiunta di Centre for Media Pluralism and Freedom dello European University Institute; del Center for Media and Communication Studies della Central European University; dell’International Press Institute; Osservatorio Balcani e Caucaso (Fondazione Opera Campana dei Caduti); e della South East Europe Media Organisation.
Enti che hanno lanciato progetti di collaborazione per tutelare i giornalisti e le libertà di stampa, con il patrocinio di Commissione europea e nell’ambito dello European Centre for Press and Media Freedom.
Non solo nei regimi autoritari, anche in Europa aumentano restrizioni e pressioni