ROMA – «Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere». Lo afferma l’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani. A più di 70 anni dalla promulgazione di questi principi, questo diritto è ancora oggi ampiamente violato e disatteso.
La giornata di oggi, che le Nazioni Unite dedicano alla libertà di stampa, è l’occasione per richiamare l’attenzione sull’importanza di una informazione indipendente, libera, plurale e sulla necessità di tutelare la professione giornalistica. La libertà di stampa è un irrinunciabile strumento di conoscenza e di emancipazione di ogni comunità civile.
Per queste stesse ragioni, essa rappresenta anche una grave e temuta minaccia: per i regimi totalitari, per la criminalità organizzata e per tutti i poteri consolidati che non tollerano voci dissidenti o esercizi di verità che pongano in luce attività illegali, soprusi e nefandezze. Questo fa sì che la libertà di stampa resti, ancora oggi e in molte parti del pianeta, un orizzonte lontano, ostacolato o reso inaccessibile non soltanto da provvedimenti di censura, ma anche da minacce, violenze di ogni tipo e addirittura il carcere e la morte.
Come sottolineato da Reporters Sans Frontières, in un mondo interconnesso la censura non può considerarsi un affare “interno”, nel senso che il controllo dell’informazione in un certo Paese finisce con l’avere inevitabilmente conseguenze rilevanti in tutto il pianeta. Ne stiamo avendo prova anche con la pandemia attuale.
Proprio perché la libertà di stampa costituisce un contrappeso fondamentale di ogni democrazia, è inaccettabile che ogni giorno moltissimi giornalisti pongano a rischio la propria vita, perché aggrediti, minacciati e in alcuni casi arrestati.
Nel 2020 – secondo i dati di Reporters Sans Frontières – sono stati già 10 i giornalisti uccisi e 232 quelli messi in prigione; di questi ultimi, 67 in Cina e 25 in Egitto, Paesi che, insieme alla Turchia ed all’Arabia Saudita, detengono il primato mondiale nel numero di giornalisti in carcere. E con loro ce ne sono purtroppo anche tanti altri.
In Italia la libertà di stampa è un diritto costituzionalmente garantito e l’impegno quotidiano delle istituzioni deve essere volto a tutelarlo quotidianamente.
Un impegno che non deve essere disgiunto da una coraggiosa presa di coscienza civile che incoraggi e sostenga un giornalismo pluralista e di qualità; che non sia complice della mercificazione della notizia urlata e che stigmatizzi l’intolleranza e l’odio diffusi su tutte le piattaforme. (giornalistitalia.it)
Roberto Fico
Presidente della Camera dei deputati