BRUXELLES (Belgio) – La libertà di stampa in Italia “è molto più minacciata dalla debolezza economica del settore che dall’interferenza politica, soprattutto dopo il declino dell’influenza di Berlusconi sulla scena politica”. Lo scrive il centro studi del Parlamento europeo in un rapporto sulla libertà di stampa realizzato per conto della commissione Libertà civili. Il documento dedica un capitolo all’Italia, Paese dove il sistema dell’informazione “è votato al principio del servizio pubblico da una parte e al pluralismo dall’altra”.
Tuttavia in Italia e in altri paesi la politica rappresenta un “rischio elevato potenziale” per il pluralismo dell’informazione. Infatti, si legge nel rapporto, i proprietari dei media “hanno spesso (in Francia, Romania, Italia) collegamenti diretti con il potere politico, che si traduce in autocensura giornalistica”.
Il fenomeno di “società di informazione politicamente affiliate”, viene stimato dallo studio superiore al 50% in Bulgaria, Romania, Polonia e Ungheria, e tra il 25-50% in Italia e in Grecia. Da questo punto di vista lo studio evidenzia che per quanto riguarda i legami con la politica, Mediaset, principale compagnia d’informazione privata in Italia, “è ancora sotto il controllo della famiglia Berlusconi, leader di Forza Italia”, mentre la Rai “soffre ancora per le interferenze politiche ancestrali e senza fine, anche se in modo meno intenso” rispetto al passato.
Sempre per quanto riguarda l’informazione televisiva, se da una parte il passaggio al digitale terrestre “ripropone una concentrazione tra Fininvest, Rai e Sky”, dall’altra parte questo modello “è molto più adeguato al principio di pluralismo”.
Passando ai quotidiani, lo studio prende nota delle novità del mercato, con il cambio di editore per Corriere della Sera e il secondo e terzo giornale nazionali, Repubblica e la Stampa, adesso parte dello stesso gruppo. “È presto per poter dire se il processo di fusioni rafforzerà la qualità della stampa o no”, considera il rapporto.
Certo è che le nuove tecnologie aiutano comunque ad accrescere il tasso di pluralismo dell’informazione in Italia. In particolare, la diffusione di internet, che “sta diventando la strada fondamentale per ottenere informazioni”, è uno degli elementi di maggior pluralismo, “anche se il divario digitale è ancora alto”, constata lo studio. Il documento del Parlamento evidenzia infine l’esistenza di uno solo sindacato di categoria, vale a dire la Fnsi. (Agi)
Per il Parlamento europeo “la debolezza economica minaccia più della politica”