STRASBURGO (Francia) – L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha approvato il rapporto “Media online e giornalismo: sfide e responsabilità” della vicepresidente Adele Gambaro (Alde), senatrice del gruppo Ala-Sc.
“Un risultato importantissimo – commenta la Gambaro che ha illustrato la relazione alla Plenaria dell’organizzazione internazionale di Strasburgo – sottolineando che “l’obiettivo, quello che il Consiglio d’Europa chiede ai 47 Stati membri, è disciplinare l’informazione online come avviene per quella offline, usando gli strumenti già a disposizione negli ordinamenti giuridici nazionali, le leggi contro le informazioni false, illegali e lesive della dignità personale per contrastare la diffusione di notizie distorte, che quotidianamente inondano internet, consentendo per esempio ai colossi della rete l’uso di selettori software per rimuovere i contenuti falsi, tendenziosi, pedopornografici o violenti”.
In questo contesto “è fondamentale aggregare la collaborazione digitale tra i diversi paesi, oggi ancora carente. Questo, ridiscutendo del tabù dell’anonimato, della trasparenza e della proprietà dei media online, del diritto di replica, del diritto all’oblio, della protezione della privacy e della rimozione dei contenuti online. Le notizie false, o fake news o bufale, ci sono sempre state, ma non sono mai circolate alla velocità di oggi, nel circuito istantaneo della rete”.
Infatti, “se è vero che, da un lato, internet è uno strumento meraviglioso che ha arricchito la vita di tutti, abbattendo barriere, dall’altro, la libertà che la rete dà a ciascun utente troppo spesso non ha nulla ha a che fare con il sacrosanto diritto di espressione ma rischia di trasformarsi semplicemente in un sinonimo di totale mancanza di controllo, laddove controllo vuol dire corretta informazione a tutela degli utenti. Ed è sotto gli occhi di tutti il danno che può comportare la diffusione diuna notizia sbagliata o falsa”.
Se l’informazione diventa disinformazione, ha concluso la senatrice, “i mezzi di comunicazione di massa possono, inoltre, essere utilizzati anche a fine di propaganda e si rischia che notizie manipolate vengano adoperate per influenzare l’opinione pubblica in maniera distorta. Si tratta di una minaccia grave che necessita di una risposta efficace, perché internet oggi rappresenta il mezzo più veloce ed accessibile da sfruttare a tali scopi. Il primo dovere del giornalismo è quello nei confronti della verità e tra i capisaldi di ogni sistema democratico risiedono, al contempo, la libertà e la credibilità dell’informazione”.
Il rapporto era già approvato all’unanimità in Commissione Cultura dai 47 Paesi del Consiglio. (agi)