MILANO – «Il 22 gennaio 2019 la società editoriale News 3.0 ha consegnato la lettera di licenziamento “per giusta causa” a un giornalista nonché membro del Comitato di redazione del quotidiano online Lettera43.it. La redazione condanna il comportamento dell’azienda giudicando il provvedimento esagerato e pretestuoso».
È quanto affermano i giornalisti di Lettera43 e LetteraDonna, che incalzano: «Il collega, che prima dell’avviso formale che ha preceduto questo licenziamento non aveva ricevuto alcun richiamo scritto in 7 anni, è stato accusato di aver copiato frammenti di un articolo da altri siti online. Un fatto che, qualora venisse accertato, non giustificherebbe in alcun modo una reazione tanto sproporzionata. Si tratta oltretutto della seconda volta in poco più di un anno che News 3.0 licenzia un rappresentante sindacale».
«Esprimendo solidarietà al collega, – prosegue il comunicato dei giornalisti – la redazione manifesta tutta la sua preoccupazione per un episodio che rischia di incrinare il rapporto di fiducia con i vertici aziendali. Peraltro il provvedimento è stato preso al termine di una lunga trattativa sindacale con cui l’azienda si era impegnata in un processo, avviato ma non ancora concluso, volto a regolarizzare diverse posizioni lavorative, inclusa quella del giornalista appena licenziato».
«In un contesto di conti zavorrati da passate scelte strategiche aziendali, i redattori – chiosano nel comunicato – avevano risposto in maniera positiva alla richiesta di uno sforzo ulteriore – oltrepassando i limiti previsti dagli inquadramenti contrattuali – con lo scopo di migliorare i dati di audience della testata e di riflesso la situazione economica del gruppo. Obiettivo che i giornalisti stavano e stanno conseguendo».
IL SINDACATO: “LA GIUSTA CAUSA UTILIZZATA COME PRETESTO PER LA SECONDA VOLTA”
«Per la seconda volta, News3.0 Spa, che fa capo a Matteo Arpe ed edita Lettera43 e LetteraDonna, testate dirette da Paolo Madron, ha licenziato un rappresentante sindacale, utilizzando la “giusta causa” con motivazioni assolutamente pretestuose». È quanto denunciano, dal canto loro, Federazione nazionale della Stampa italiana e Associazione Lombarda dei giornalisti, che spiegano: «Il giornalista, membro del Cdr, era stato in prima fila nella battaglia per la regolarizzazione dei colleghi, che per anni hanno lavorato senza il contratto nazionale. La Fnsi e l’Associazione Lombarda dei giornalisti ribadiscono che saranno al fianco del giornalista e della redazione in ogni sede e in qualunque modo vogliano far valere i loro diritti». (giornalistitalia.it)