Seriamente preoccupati la redazione e i giornalisti di Repubblica e dei quotidiani Gedi

L’Espresso: Lirio Abbate nuovo direttore, ma…

Lirio Abbate

ROMA – «Gedi comunica che il direttore de L’Espresso ha rassegnato le dimissioni. Il Gruppo ringrazia Marco Damilano per il lavoro svolto in questi anni e, contestualmente, conferma di aver nominato alla direzione della testata Lirio Abbate, già vicedirettore de L’Espresso, con effetto immediato. A lui vanno i migliori auguri di buon lavoro». Con questo scarno comunicato il gruppo editoriale guidato da John Elkann tenta di mettere una pezza alla voragine creata dalle dimissioni immediate del direttore Marco Damilano non reso partecipe della «decisione scellerata» di vendere lo storico settimanale.
Le motivazioni che hanno spinto Damilano a gettare la spugna, ampiamente riferite da Giornalisti Italia, sono state «condivise ampiamente» dalla redazione dell’Espresso che a Marco Damilano ha espresso la sua «totale solidarietà» ringraziandolo «per questi quattro anni insieme».
I giornalisti dell’Espresso sottolineano che «esponendosi in prima persona, Marco Damilano ha dato risalto a una “decisione scellerata” che impoverisce il gruppo Gedi e l’intero panorama dell’informazione italiana. Recidere L’Espresso, la radice da cui è nato questo gruppo editoriale, mette a rischio la tenuta di tutta l’azienda».

Marco Damilano

«Siamo consapevoli dello stato di difficoltà in cui versa il giornalismo, ma – incalza la redazione – Gedi è nel cuore di questa crisi, come dimostrano i numerosi avvicendamenti al suo vertice e alla guida delle sue principali testate. Un’assenza di strategia che ora si vuole far pagare all’Espresso. Noi giornalisti continueremo a difendere l’identità, l’anima e il ruolo civile, politico e culturale della nostra testata. Per questo la redazione è da oggi in stato di agitazione, e proclamerà le giornate di sciopero necessarie per impedire l’uscita del numero dell’Espresso attualmente in lavorazione».
Anche il Comitato di Redazione del quotidiano la Repubblica esprime un forte allarme sull’ipotesi di vendita dello storico settimanale L’Espresso. Il Cdr esprime «solidarietà ai colleghi de L’Espresso di cui condividiamo la preoccupazione».
«Pur prendendo atto che al momento non esistono conferme di questa ipotesi e della nomina del nuovo direttore Lirio Abbate», il Cdr «vigilerà sul futuro di una testata che è stata il primo newsmagazine di inchieste in Italia, da cui è poi nato il nostro quotidiano. Nella convinzione che le strategie editoriali non possano basarsi su tagli ed eventuali dismissioni, ma soprattutto su investimenti. Dopo anni di sacrifici e di impegno fatti da tutta la redazione nella sfida per cercare di mantenere un primato nel settore dell’informazione».
Dal canto suo, Il Coordinamento dei Cdr dei quotidiani Gedi si schiera «al fianco dei colleghi de L’Espresso a fronte delle voci di vendita del settimanale storico del gruppo, nell’opporsi a una spoliazione pezzo dopo pezzo di un patrimonio di testate che ha fatto la storia del giornalismo italiano, impegnandosi in battaglie civili, politiche e culturali».

John Elkann

«Dopo la cessione negli anni, con una drammatica accelerazione, del Centro, La Città di Salerno, de Il Tirreno, La Nuova Sardegna, La Gazzetta di Modena e La Gazzetta di Reggio, La Nuova Ferrara, l’Alto Adige, il Trentino – affermano i Cdr –  ora si fanno sempre più insistenti le voci sulla vendita de L’Espresso: quando avvenuto di recente fa temere che siano drammaticamente concrete. Chiediamo all’editore di confermare l’appartenenza de L’Espresso al gruppo e parole chiare sul futuro dei nostri giornali tutti, a fronte di redazioni ridotte all’osso dagli stati di crisi e che si stanno impegnando al massimo per dare al gruppo un ruolo incisivo e di riferimento anche sul fronte dell’informazione digitale locale e nazionale: che non può però essere l’unica fonte di informazione per i nostri lettori». (giornalistitalia.it)

LEGGI ANCHE:
L’Espresso: il direttore Marco Damilano si dimette
L’Espresso in vendita, giornalisti in rivolta

I commenti sono chiusi.