Il vicepresidente del Csm sul dilagare dei reati digitali e sulla riforma della giustizia

Legnini: “Il crimine trova linfa vitale su Internet”

Giovanni Legnini

Giovanni Legnini

BISCEGLIE (Barletta-Andria-Trani) – “I crimini nel cyber spazio sono in crescita. È difficile molto spesso accertare questi crimini che, credo, secondo alcune indagini statistiche, stiano superando i reati comuni, non vengono commessi con l’utilizzo di internet e web”. Lo ha dichiarato il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, rispondendo alle domande dei giornalisti sulle ripercussioni negative del digitale in tema di criminalità e giustizia nell’ambito del dibattito su “Giustizia in digitale” a Digithon.  Il riferimento è anche al cosiddetto “cyberbullismo”. “È un grandissimo tema – ha sottolineato Legnini – che impegna e impegnerà il legislatore, i giuristi, l’accademia, la magistratura e la giurisdizione, sempre più impegnata a reprimere odiosi crimini che vengono commessi con l’utilizzo di internet”.
Sul tema della giustizia, Legnini ha evidenziato che “la ragionevole durata del processo è un diritto costituzionale, sancito dall’articolo 111. È un obiettivo cui dobbiamo tendere, il cui conseguimento è inderogabile per le istituzioni, la politica e il mondo della giustizia”. “Ci sono segni di miglioramento – ha proseguito Legnini – i tempi medi della durata dei processi civili sono in riduzione, anche in virtù del processo civile telematico. I tempi per l’emanazione dei decreti ingiuntivi sono drasticamente ridotti con la digitalizzazione dell’intero procedimento, ma occorre fare molto di più. Non ci sono dubbi, siamo appena agli inizi. L’importante è essere consapevoli che si è imboccata una via e che non si può tornare indietro, occorre investire sulla giustizia e bisogna ottenere tempi europei di risoluzione delle controversie”.
Secondo Legnini la prescrizione “allungata” nel processo penale non va in senso contrario rispetto all’obiettivo di un procedimento di durata ragionevole, così come, invece, sostengono molti operatori del sistema giustizia. È difficile conseguire un equilibrio. Vedremo se questo equilibrio, che il legislatore ha ritenuto di individuare nelle disposizioni di recente emanate, sarà sufficiente per salvaguardare l’effettività degli esiti del processo penale e nel contempo evitare di dilatare i tempi. Sarebbe paradossale – ha detto ancora il vicepresidente del Csm – che a seguito di una riforma si allunghino i tempi, sarebbe inaccettabile. Ma io  ho fiducia che questo non accada”.
Infine, sulla sulla riforma del processo penale, Legnini ritiene che la stessa contenga “delle disposizioni largamente condivise sia dall’avvocatura che dalla magistratura. Ve ne sono alcune divisive sulle quali non c’è consenso. Vedremo, nella fase attuativa, quali saranno gli effetti di queste misure che hanno diviso gli operatori del diritto, gli osservatori e le forze politiche”.
Legnin assicura, comunque, che il Consiglio Superiore della Magistratura si occuperà del tema “dell’avocazione, dei riflessi organizzativi di questa disposizione che forse è stata più oggetto di critiche”. In quanto alla perfettibilità della legge, approvata dalla Camera qualche settimana fa, Legnini ha affermato che “siamo in presenza di un ddl approvato dopo tre anni di discussione, ci sono numerosi decreti delegati che vanno emanati, in particolare quelli che riguardano l’esecuzione penale. Penso al tema delle intercettazioni, aspettiamo – ha concluso Legnini – di conoscere i contenuti dei provvedimenti attuativi, che costituiranno norme immediatamente applicabili”. (agi)

 

 

 

 

 

I commenti sono chiusi.