ROMA – Emendamento “salva Inpgi” alla legge finanziaria. La proposta emendativa, pubblicata nel Bollettino delle Giunte e Commissioni al Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021, è stata presentata dalla Lega ed è finalizzata ad iscrivere all’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani i comunicatori che operano presso le pubbliche amministrazioni. Ipotesi annunciata, l’8 novembre scorso dal presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, in occasione del Consiglio Generale che ha approvato gli assestamenti al bilancio dell’esercizio 2018 e quelli di previsione all’esercizio 2019 delle gestioni Principale e Separata che stimano un saldo negativo di 175 milioni di euro al 31 dicembre prossimo.
L’emendamento che riformula l’articolo 36 con il 36-bis (Regime previdenziale dell’attività di informazione e comunicazione) prevede che “a decorrere dal 1o gennaio 2019, i soggetti che svolgono, sia in ambito pubblico che privato, l’attività di comunicatore professionale, il cui esercizio è disciplinato dalla legge 14 gennaio 2013, n. 4, e dalla norma tecnica Uni 11483 adottata dall’Ente nazionale italiano di unificazione, organismo nazionale di normazione ai sensi dell’articolo 27 del regolamento (CE) n. 1025/2012, sono iscritti all’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani – «Giovanni Amendola» (Inpgi). Sono altresì iscritti all’Inpgi, i comunicatori che operano presso le pubbliche amministrazioni ai sensi di quanto disposto dalla legge 7 giugno 2000, n. 150, e dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 21 settembre 2001, n. 422”.
“L’iscrizione – è scritto al punto 2 – avviene nell’ambito dell’Inpgi – Gestione sostitutiva dell’assicurazione generale obbligatoria, qualora l’attività sia svolta in regime di lavoro subordinato, ovvero presso l’Inpgi – Gestione separata, istituita ai sensi del decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, nel caso di prestazioni di lavoro autonomo, anche rese in forma di collaborazione coordinata e continuativa”.
Infine, al punto 3, “a garanzia dell’adeguatezza del trattamento previdenziale dei soggetti che svolgono l’attività di cui al comma 1, già iscritti alla data del 31 dicembre 2018 ad altra forma di previdenza obbligatoria, l’Inpgi, con delibere soggette all’approvazione ministeriale ai sensi dell’articolo 3, comma 2, del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, coordina la struttura della contribuzione con quella della citata forma previdenziale di provenienza, prevedendo aliquote non inferiori”.
Conseguentemente, l’emendamento prevede che bisogna “all’articolo 90, comma 2, sostituire le parole: 250 milioni con le seguenti: 80 milioni e le parole: 400 milioni con le seguenti: 230 milioni”.
Firmatari dell’emendamento sono i deputati della Lega Elena Murelli, Giulio Centemero, Aurelia Bubisutti, Gualtiero Caffaratto, Virginio Caparvi, Donatella Legnaioli, Eva Lorenzoni, Daniele Moschioni, Giuseppe Ercole Bellachioma, Vanessa Cattoi, Emanuele Cestari, Erik Umberto Pretto, Rebella Frassini, Alberto Ribolla e Maura Tomasi. (giornalistitalia.it)