ROMA – “Riccardo Orioles, insieme a Pippo Fava, fondò i Siciliani, e ha continuato tutta la vita a raccontare con le sue inchieste la criminalità organizzata e i suoi protagonisti”. Lo ricorda il presidente del Senato, Pietro Grasso, aderendo alla petizione lanciata sulla piattaforma Change.org che chiede di conferire al giornalista siciliano i benefici previsti dalla legge Bacchelli: “merita che le Istituzioni lo aiutino e che siano concretamente dalla sua parte dopo una vita spesa nel racconto di verità scomode”.
“In molti casi, fare il giornalista d’inchiesta – sottolinea Grasso – comporta rinunce e difficoltà che hanno un grande impatto sulla vita delle persone che scelgono questo tipo di servizio alla società”.
«Come sapete – conclude il presidente del Senato – ho molto a cuore il tema della libertà di stampa. Ne ero convinto da magistrato e, con una prospettiva diversa, ne sono convinto anche da quando mi sono spostato in politica: un giornalismo autorevole e libero rende forte una democrazia e costituisce un fondamentale strumento di contrasto alla criminalità organizzata».
A lanciare la petizione, che ha quasi raggiunto le 15mila adesioni, è il giornalista Luca Salici, trentaquattrenne catanese trapiantato a Roma da oltre dieci anni: «Ho un bimbo di 9 mesi, una splendida moglie e oggi mi sento sereno, anche se per la nostra generazione contraddistinta da una profonda precarietà – economica e quindi esistenziale – subisco gli alti e bassi di un Paese che ogni tanto dimentica di offrire sostegno ai suoi cittadini. Da tempo non sopporto un’ingiustizia ai danni di una persona che reputo un grandissimo professionista, un maestro di vita per tanti giovani, un uomo che tutto lo Stato e il popolo italiano dovrebbero riconoscere come un grande intellettuale e scrittore. Mi riferisco a Riccardo Orioles, 67 anni, giornalista e fondatore de “I Siciliani” insieme a Pippo Fava – direttore della testata, ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984 – e ad una serie di “carusi” (giovani) nati e cresciuti alle pendici dell’Etna.
«Riccardo Orioles – ricorda Salici – oggi vive a Milazzo, sua città natale, con una pensione di vecchiaia che non gli consente di continuare le cure per le sue patologie cardiache e gli acciacchi dovuti all’età. La sua carriera – vissuta da scrittore e giornalista con la “schiena dritta” come si suol dire tra quelli che pensano a lui ogni tanto e magari gli danno anche una pacca sulla spalla – purtroppo non gli ha riconosciuto una pensione degna di questo nome: Riccardo ha ottenuto contributi pensionistici solo per quattro anni di lavoro. La verità è che la libertà ha un prezzo, e quella di Riccardo – forse una delle penne (ancora in vita fortunatamente) più importanti d’Italia – è costata a lui più di qualunque altro. Certamente le scelte professionali di Riccardo Orioles sono state diverse da tutte quelle dei suoi colleghi. Ma nessuno credo possa ritenerle giuste o sbagliate. Riccardo dal 6 gennaio 1984 ad oggi lavora per formare nuove generazioni di giornalisti: da Nord a Sud dell’Italia centinaia di cronisti, direttori e redattori di varie testate hanno trovato in lui un maestro della professione, della deontologia, dell’inchiesta. Soprattutto antimafia».
Da qui la richiesta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e al presidente del Senato Pietro Grasso di far accedere Riccardo Orioles alla “Legge Bacchelli”, norma che ha istituito un fondo a favore di cittadini illustri che versino in stato di particolare necessità. Sarebbe l’unico modo per far usufruire di un contributo vitalizio utile al suo sostentamento.
Il giornalista milazzese gode di tutti i requisiti per accedere all’aiuto: la cittadinanza italiana, l’assenza di condanne penali irrevocabili, la chiara fama e meriti acquisiti nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’economia, del lavoro, dello sport e nel disimpegno di pubblici uffici o di attività svolte. Come lo scrittore Riccardo Bacchelli, per il quale è stata approvata la legge n. 440 dell’8 agosto 1985. Mi piacerebbe che le Istituzioni riconoscessero in vita il valore di un intellettuale come Orioles, e non lo facciano ipocritamente solo dopo la sua morte”.
A sottoscrivere, tra gli altri, la petizione anche il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, con il presidente Giuseppe Giulietti, che lo ricordano quale “maestro di generazioni di giornalisti, da sempre impegnato nello studio, nella denuncia e nel contrasto della mafia, del malaffare, della corruzione”, ed il presidente dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino, che in occasione della conferenza stampa di fine anno del capo del Governo, Paolo Gentiloni, ha ricordato che Riccardo Orioles “paga la sua dignità e il suo impegno antimafia, cominciato accanto a Pippo Fava con I Siciliani vivendo in silenzio mille difficoltà” e che, pertanto, “sarebbe bello se lo Stato gli dicesse grazie per quello che è e per quanto ha fatto, concedendogli i benefici della legge Bacchelli. Riccardo ha reso onore non solo al giornalismo, ma a questo nostro tormentato Paese”. (giornalistitalia.it)
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https://www.change.org/p/una-pensione-da-giornalista-per-riccardo-orioles