BERGAMO – Due, poi quattro, poi dieci, undici. Pagine e pagine di necrologi che aumentano giorno dopo giorno con l’avanzare del contagio. Sull’Eco di Bergamo la drammaticità dell’epidemia è stampata su carta. Fogli che la popolazione scorre con lo sguardo, scoprendo che se ne sono andate personalità note in città, vicini, conoscenti, amici. Un pugno allo stomaco per la comunità più colpita dal Coronavirus.
«È una situazione che ci angoscia come persone, prima ancora che giornalisti», racconta all’Ansa il direttore dell’Eco di Bergamo, Alberto Ceresoli, che osserva: «Siamo abituati a vedere e raccontare le cose le cose più tristi, ma questo non ce lo saremmo mai aspettato. Non avrei mai immaginato di vedere ogni tutte queste pagine di necrologi. Combattiamo contro un nemico subdolo, che non vedi, e che sta portando via i grandi vecchi che hanno contribuito a fare grande questa provincia. Ma tra i defunti troviamo gente che incontravamo per strada, amici, e non riusciamo a metabolizzarlo».
Dopo le prime quattro o cinque pagine del giornali, si susseguono fogli e fogli di necrologi. «Ricevo lettere dei lettori – sottolinea Ceresoli – che ci chiedono di concentrare le pagine dei necrologi alla fine del giornale, perché dicono: mio padre e mia madre li leggono e pensano che il giorno dopo tocchi a loro. Capisco che il lettore si angosci, ma al di là del fatto che è ancor più un pugno allo stomaco relegarle in fondo al quotidiano, poi mi sembra ancor più una mancanza di rispetto. Anche su questo stiamo riflettendo da qualche giorno».
Quasi tutta la redazione lavora in smart working. «Ci siamo organizzati molto velocemente – spiega il direttore – e il lettore da fuori non percepisce alcuna differenza. Il giornale ha un rapporto molto stretto con la comunità bergamasca. Ci sono mail, telefonate, messaggi, ci raccontano le loro paure e preoccupazioni. Abbiamo lanciato l’iniziativa “Raccontateci le vostre storie”. Per noi non è una notizia questa vicinanza al giornale che il primo maggio compie 140 anni».
La vicinanza della comunità è dimostrata anche dall’aumento delle copie vendute e del boom dei contatti sul sito. «Ovviamente, però, – osserva il direttore dell’Eco – non c’è alcuna soddisfazione in questo momento. Quello che mi preme è convincere la popolazione che ce la possiamo fare soltanto rispettando le regole. Le persone non devono circolare e mi auguro che il presidente del consiglio porti ancora in avanti la data del 3 aprile, perché ci sarà un assestamento e poi gradualmente la curva scenderà, ma la gente continuerà ad ammalarsi e servirà grande attenzione»
«Voglio anche sottolineare – conclude Ceresoli – la grande solidarietà dei bergamaschi. Noi abbiamo fatto una raccolta fondi per sostenere un ospedale domiciliare, una struttura dove si potrà mandare chi viene dimesso dall’ospedale e non può tornare a casa. Il cuore di Bergamo si fa sentire anche in questa fase». (ansa)