CAMPOBASSO – «I consiglieri regionali del Molise chiederanno alla presidenza della Giunta, supportata dalla presidenza del Consiglio, di avviare la fase di interlocuzione con il Governo per evitare il ricorso alla Corte Costituzionale dell’interpretazione autentica della legge regionale a sostegno dell’editoria».
Lo rende noto l’Assostampa Molise, in merito alla questione, che ha suscitato ampie polemiche negli ultimi giorni, della ripartizione dei contributi pubblici alle testate giornalistiche.
«Linea unanime – incalza il sindacato dei giornalisti molisani – quella scaturita, questa mattina, nel corso dell’incontro voluto dall’Associazione della stampa con i presidenti dei gruppi consiliari. Le tv locali molisane sono penalizzate dalla legge nazionale che assegna la gran parte delle risorse dello Stato alle emittenti delle regioni più popolose e subiranno un ulteriore danno se sarà ripristinato il comma che le esclude dalle provvidenze regionali, nel caso abbiano già usufruito di aiuti pubblici nazionali superiori a 40 mila euro».
In particolare, Giuseppe di Pietro, presidente dell’Associazione della Stampa del Molise, ribadisce «l’opportunità e la validità del sostegno pubblico ad un’informazione plurale e professionale, al pari di quanto il governo si appresta a fare per servizi come il trasporto aereo e la distribuzione idrica. Concetto, quella della buona informazione, difeso dalla Costituzione, che non può avere steccati o valutazioni ideologiche».
Prossimo passaggio operativo sarà «l’incontro urgente con il presidente, Donato Toma, chiesto dall’Assostampa del Molise e dagli editori delle tv locali per fare il punto sullo stato dei fatti e avviare il processo che dovrà portare la regione a produrre le proprie controdeduzioni al Governo, per indurlo a revocare l’impugnativa della norma variata davanti alla Suprema Corte».
«Questo, – chiosa l’Assostampa Molise – consentirebbe di liberare le risorse accantonate negli anni per le tv escluse ed evitare le possibili revoche sulle provvidenze liquidate, in virtù di due interpretazioni autentiche, degli anni scorsi, alla legge sull’editoria, anch’esse retroattive e non osservate né dalla Prefettura di Campobasso né da Palazzo Chigi». (giornalistitalia.it)