L’aggressione a Washington della giornalista Amelia Brace e del cameraman Tim Myers

L’Australia ammonisce gli Usa: “La stampa è sacra”

Amelia Grace e Tim Myers aggrediti a Washington dalla polizia

SYDNEY (Australia) – L’Australia tratta l’aggressione di ieri a Washington della reporter Amelia Brace e del cameraman della Tv australiana Canale 7 Tim Myers come una «questione molto seria»: lo ha detto il ministro degli Esteri australiano Marise Payne.
«La nostra ambasciata negli Stati Uniti si rivolgerà alle autorità rilevanti e il Canale 7 ci fornirà il suo parere su come desiderano che sia trattato», ha aggiunto.

Amelia Brace

Da parte sua, l’ambasciatore americano in Australia, Arthur Culvahouse, ha assicurato che gli Stati Uniti rimangono impegnati a «proteggere i giornalisti».
La reporter è stata colpita dalla polizia con un manganello e l’operatore con uno scudo in piena diretta tv fuori della Casa Bianca, durante le proteste per la morte di George Floyd.
«La libertà di stampa è un diritto che sta a cuore agli australiani e agli americani. Prendiamo sul serio il maltrattamento dei giornalisti, come tutti coloro che prendono sul serio la democrazia», recita la dichiarazione diffusa dall’ambasciata americana, dopo che il primo ministro australiano Scott Morrison aveva assicurato al Canale 7 che il governo avrebbe emesso un reclamo formale.
«Ci risulta che il Canale 7 presenterà una denuncia formale chiedendo che la questione sia investigata», ha affermato l’ambasciatore australiano a Washington, Arthur Sinodinos.
«Siamo in contatto con il Dipartimento di Stato e ci hanno offerto assistenza per identificare dove il reclamo debba essere indirizzato», ha aggiunto. (ansa)

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