Presentato al Senato il “piccolo saggio per cacciatori di felicità” della cronista Mediaset

Laura Magli: “Affronto la vita con la luce della fede”

Ermelinda Maturo, Benedetta Cimini, Paola Binetti, Carlo Parisi, Laura Magli e Stefano Callipo nella Sala di Santa Maria in Aquiro del Senato (Foto Giornalisti Italia)

ROMA – Senato della Repubblica, Sala di Santa Maria in Aquiro, Piazza Capranica, luogo decisamente solenne e parterre assolutamente esclusivo per il lancio nazionale dell’ultimo libro della giornalista bresciana Laura Magli, dedicato al “racconto” della fede, o meglio a «come si può raccontare la fede ai ragazzi che si approcciano alla vita».
«Ecco a voi la Fede! Sì, proprio Lei, in persona. E non è un’entità soprannaturale, no: è una bambina. Una bambina – scrive Laura Magli – che ha deciso di raccontarsi un po’…ai bambini come lei. Si chiama Federica ma tutti la chiamano Fede, un po’ per fare prima e un po’ perché… E qui ha inizio lo speciale viaggio della vita con Fede…Con gli occhi della fede in Dio e attraverso la sua singolare mappa, Fede racconta il rapporto speciale che ha con Dio, suo e nostro Papà conducendo i lettori lungo il sentiero che porta al tesoro nascosto in fondo al cuore. Perché Fede prega. E questo la fa star bene. Semplice… Un viaggio unico alla scoperta della gioia che scaturisce dalla consapevolezza dell’essere figli di Dio.».

Laura Magli

«“Un tesoro chiamato Fede – piccolo saggio per cacciatori di felicità”. Laura, che non trovo difficoltà a definire un angelo ispirato a scrivere questo libro da una Luce soprannaturale, non avrebbe potuto scegliere titolo più bello ed efficace di questo – ha dichiarato il direttore di Giornalisti Italia Carlo Parisi, segretario generale della Figec Cisal, nel corso del dibattito che è seguito alla relazione introduttiva della senatrice Paola Binetti, organizzatrice dell’iniziativa e da sempre molto legata a queste tematiche forti e fondamentali della religione cristiana. A promuovere l’evento la giornalista Benedetta Cimini: «Questo libro – ha detto – mi ha fatto riflettere su cosa sia la fede oggi. Su come debba o voglia essere interpretata e sui problemi che ostacolano la diffusione dei suoi messaggi: la famiglia».
“Un tesoro chiamato Fede – piccolo saggio per cacciatori di felicità” (Scorpione Editrice, 54 pagine, 14 euro): per presentare questo libro il fior fiore degli intellettuali della Chiesa di Francesco.

Mons. Francesco Pesce, Paola Binetti, mons. Antonio Staglianò e Carla Rossi Espagnet (Foto Giornalisti Italia)

Da una parte mons. Antonio Staglianò, presidente della Pontificia Accademia di Teologia, dall’altra mons. Francesco Pesce, rettore di San Gregorio Nazianzeno e della Cappella del Parlamento, due filosofi moderni, conoscitori profondi dell’animo umano per le tante esperienze vissute da sacerdoti illuminati e che, all’incontro di Piazza Capranica, hanno esaltato il valore di questo lavoro giornalistico con cui Laura Magli dimostra quanto sia complesso, e nello stesso tempo anche facile, spiegare cos’è oggi la fede.

La presentazione del libro di Laura Magli al Senato (Foto Giornalisti Italia)

«La fede non è tanto credere in Dio» esordisce mons. Staglianò, per 14 anni vescovo a Noto, padre storico della pop-teology, grande appassionato di musica e di canzoni, un uomo dotato di una passione e di un carisma straordinario, che lo hanno reso ormai famoso dovunque. «La fede – ricorda – è che Dio invece crede in te. Dio crede in te, essere umano, perché tu sei come Me, fatto a mia immagine e somiglianza».
Come dire? Fede e speranza viaggiano insieme, eternamente a braccetto, «ma è proprio per questo – aggiunge il Rettore della Cappella di Montecitorio, mons. Francesco Pesce – che ognuno di noi deve guardare al futuro senza mai perdere la speranza, ma ancorando la propria vita al proprio passato. Guai a perdere la memoria di cosa siamo stati e di come siamo arrivati fin qui».
Ma perché il tema della comunicazione della fede e del linguaggio giornalistico legato alla fede cristiana sono oggi “i veri padroni di casa” di questa dependance del Senato della Repubblica?

Paola Binetti, Stefano Callipo ed Ermelinda Maturo (Foto Giornalisti Italia)

Semplice. «Perché – sottolinea la sen. Paola Binetti – sentivamo forte il bisogno di un incontro come questo e lo sentivamo soprattutto in Senato, perché da una analisi attenta e approfondita sul valore della fede cristiana ne può derivare lo strumento ideale e migliore per contrastare e risolvere il grande problema sociale dello smarrimento corale, della crisi dei valori di cui soffre la società contemporanea, dove solo la riscoperta della fede può aiutare ognuno di noi a ritrovarsi sulla strada maestra del diritti e dei doveri istituzionali».
La fede cristiana, insomma, come sostegno alla crescita della democrazia di un popolo libero come il nostro.
«Laura Magli – osserva Paola Binetti – ci dimostra come questo suo saggio possa essere strumento capace di smuovere le coscienze ed orientarle verso il senso della scoperta della fede, una ricerca che l’uomo affronta continuamente nel corso della sua esistenza».

Laura Magli e Benedetta Cimini a Palazzo Chigi (Foto Giornalisti Italia)

Affascinante il racconto che della fede fa anche Ermelinda Maturo, famosa critica cinematografica, che ha raccontato all’assemblea di Piazza Capranica i tanti modi e le tante tecniche che la cinematografia ha usato nel tempo per raccontare il peso e il valore specifico della speranza «perché non si può parlare di fede se non si lega il concetto di fede a quello della speranza».
E qui entra in campo il ruolo della famiglia, «fondamentale in questo processo di formazione della fede nei ragazzi che si preparano ad affrontare la vita», ripete più volte Stefano Callipo, psicoterapeuta e psicologo clinico e giuridico di grande esperienza professionale, «perché senza la famiglia il mondo si ferma per sempre».
Famiglia e mondo della comunicazione dunque, insieme, famiglia e giornalismo, famiglia e linguaggio radiotelevisivo. Ha ragione Laura Magli: «Per costruire la fede nei giovani bisogna insegnare ai giovani ad essere felici, a sentirsi maturi per affrontare il futuro e superare con serenità le mille difficoltà della vita».

Laura Magli (Foto Giornalisti Italia)

Un libro, il suo, che è quasi un «manuale delle giovani marmotte» in chiave cristiana, una sorta di vademecum moderno, scritto con la freschezza di una ragazza che potrebbe avere non più di 30 anni, ma soprattutto scritto con la consapevolezza di poter e di dover essere utile agli altri. A tutti gli altri nessuno escluso.
Interessantissima l’analisi che ne fa Carla Rossi Espagnet, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose all’Apollinare, che qui racconta di quanti professionisti illuminati e anche di successo «ad una certa stagione della propria vita si avvicino ai nostri corsi e al nostro Istituto per capire meglio il mondo della fede e per sperare di incontrare in qualche modo la fede».
Basta poi rileggere la dedica che apre il saggio di Laura per capire il messaggio generale del suo lavoro: «A tutti i figli di Dio, ai bambini di oggi e a quelli di ieri, alle famiglie smarrite, a quelle che non intendono arrendersi, a quelle alla costante ricerca del segreto della felicità».

Carlo Parisi e Paola Binetti (Foto Giornalisti Italia)

«C’è un passaggio di questo libro – sottolinea Carlo Parisi nel corso del suo intervento – che deve far riflettere tutti noi, ed è il racconto bellissimo che Laura fa della preghiera: “La preghiera ti protegge, ti aiuta a sapere chi sei, discerne i sentimenti e i pensieri del tuo cuore. Attraverso il dialogo costante con Dio nostro Signore puoi comprendere con maggiore chiarezza quali sono le scelte capaci di portarti verso il Bene e quindi a essere felice”. La stessa cosa – ricorda il segretario generale della Figec Cisal – che andava ripetendo Natuzza Evolo, la mistica calabrese in odore di santità che ho avuto il privilegio di conoscere e che mi ha insegnato il segreto e il valore della vita oltre la vita. Questo libro è animato dalla stessa forza che animava le parole di Natuzza in occasione dei nostri frequenti incontri».
Laura Magli prende la parola per ultima, e sembra quasi una sacerdotessa di questo nuovo tempio sacro che Paola Binetti ha voluto per un giorno immaginare all’interno del Palazzo del potere politico di Roma Capitale: «Gesù ci invita a fidarci di Lui.

Mons. Francesco Pesce, Paola Binetti e mons. Antonio Staglianò (Foto Giornalisti Italia)

Sull’aereo della nostra vita ci chiede lo sforzo di non essere più noi a pilotare. Ma Lui. Gesù – sottolinea Laura – vuole che troviamo il coraggio di ribaltare il nostro orizzonte e di mettere Lui e le Sue parole nella cabina di comando! Perché per essere pienamente felici non è la nostra ma la Sua volontà che dobbiamo compiere perché coincide con quella di Dio Padre che desidera il massimo bene per noi.

Paola Binetti, Stefano Callipo e Laura Magli (Foto Giornalisti Italia)

Questo libro è un dono per i bambini. Ma non solo, è un dono per tutta la famiglia. Un tesoro chiamato Fede può rappresentare un’occasione di dialogo costruttiva e di crescita e allo stesso tempo essere terreno di incontro tra genitori e figli, da cui è possibile far scaturire frutti come la consapevolezza e la ricerca della verità».

Laura Magli (Foto Giornalisti Italia)

Ma perché un libro sulla fede? Laura Magli, con il suo dolce e disarmante sorriso, non ha un attimo di esitazione: «Perché la fede per me rappresenta la vita. Pregare è un’occasione unica capace di renderci pienamente umani. L’incontro quotidiano e costante con il Signore mi ha portato a un percorso di consapevolezza graduale cominciato quando ho conosciuto e poi sposato mio marito Luca e maturato nel tempo con il mio essere madre dei miei due figli Ginevra e Ludovico. Grazie alla luce della fede riesco ad affrontare le difficoltà della vita comprendendo e abbracciando il messaggio di Cristo nella quotidianità, con la gioia di professare la mia fede. Una dimensione di serenità e completezza che desidero trasmettere attraverso la lettura di questo libro che per me è la naturale espressione del mio percorso di fede come cristiana. Per i bambini di oggi e per quelli di ieri».
Standing ovation finale, ma non poteva che finire così. (giornalistitalia.it)

Pino Nano

Laura Magli

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