L’Authority contesta “perfino le modalità di conduzione”. Floris: “Gogna d’altri tempi”

L’AgCom irrompe a La7, la Fnsi: “Surreale”

Giovanni Floris

Giovanni Floris

ROMA – «Merita sicuramente risalto la notizia che in Italia esiste ancora l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Se ne erano perse le tracce, considerato il silenzio assordante, come peraltro rilevato in più occasioni e da più parti, su temi cruciali quali la tutela del pluralismo dell’informazione, i processi di trasformazione della proprietà dei mezzi di comunicazione, la salvaguardia delle fonti di informazione primaria e delle agenzie di stampa, la par condicio in occasione del referendum costituzionale, soltanto per citarne alcuni».
Così la Federazione nazionale della Stampa italiana commenta l’ordine inviato dall’AgCom all’azienda La7 per violazione delle disposizioni a tutela del pluralismo dell’informazione durante la campagna elettorale chiusa domenica. Ordine che il conduttore di “di Martedì”, Giovanni Floris, ha letto prima di iniziare la puntata.
«Che l’Authority – prosegue la Fnsi – entri a gamba tesa nel merito del lavoro giornalistico svolto dai colleghi della trasmissione “diMartedì”, in onda su “La7”, arrivando a contestare perfino le modalità di conduzione del programma, è insieme surreale, paradossale e sconcertante. Nell’esprimere solidarietà a Giovanni Floris e alla sua redazione, auspichiamo che il nuovo governo voglia affrontare seriamente il problema della riforma delle autorità di garanzia, a cominciare dal ruolo di alcune governance».
Dal canto suo, il giornalista de La7, dopo aver letto la comunicazione dell’Authority, ha parlato di «una gogna che ricorda momenti storici lontani».
«Eppure viene da pensare – ha aggiunto Floris – che l’Autorità nasceva a tutela delle minoranze, come la stessa legge sulla par condicio: una situazione del genere è svilente per la natura stessa delle istituzioni che abbiamo sempre rispettato». (giornalistitalia.it)

L’ORDINE DELL’AGCOM A LA7

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