MILANO – «A volte le cose sono più semplici di come appaiono o di come si vorrebbe farle apparire. E questo mio ultimo giorno da direttore del Giornale dopo dodici anni di servizio è esattamente così». Nell’ultimo editoriale scritto nell’ultimo giorno di lavoro a Giornale, Alessandro Sallusti prende in prestito un capitolo dell’ultimo romanzo di uno dei suoi scrittori preferiti, Fabio Genovesi (Il calamaro gigante, edizione Feltrinelli), in cui «l’autore (che dopo la passione per la scrittura ha quella per il ciclismo, per cui c’è da fidarsi) fa girare la storia attorno al concetto che “il più grande regalo che possiamo fare a noi stessi, forse, è mai dire ormai”.
Ecco, giunto dove sono, potrei dire “ormai sono arrivato”, oppure “ormai sono vecchio per tentare nuove avventure”. Ma anche “ormai” mi sono accasato nella famiglia di Paolo Berlusconi e di sua figlia Alessia (i miei editori) che è una famiglia estremamente accogliente, generosa e amante della libertà. Così come “ormai” mi è stato concesso il privilegio di dare del tu al presidente Silvio Berlusconi, cioè a uno dei due o tre straordinari uomini che il nostro secolo ci ha regalato e a cui la storia, ne sono certo, prima o poi riconoscerà i meriti in tutti i campi. Ecco avrei potuto vivere tranquillamente di “ormai”, ma un giorno, anche grazie a un fortunato incontro, mi si è insidiato nella testa un altro “ormai” che ha avuto la meglio: ormai, dopo dodici anni, era ora di rinunciare a tante certezze e affrontare nuove sfide, senza rancore né particolari calcoli».
«E quindi – sottolinea Sallusti – eccoci qui, al famoso articolo di commiato dai lettori che nessun direttore vorrebbe mai scrivere ma che io oggi mi sento di fare in totale serenità. Posso solo dire che sono stati dodici anni fantastici. Certo, nel mentre ho subito un arresto per reato di opinione, mi hanno messo due bypass e due stent coronarici, ho vissuto la più grave crisi dell’editoria di sempre e ovviamente un pizzico di Coronavirus.
Ma sia io sia il vostro Giornale siamo ancora qua, e questo è quello che conta. Insieme ai colleghi di questa redazione, ho difeso a spada tratta libertà politiche e culturali perennemente sotto attacco. Li ringrazio tutti e auguro loro ogni bene. In quanto all’editore, beh, ogni parola in più potrebbe sembrare ruffiana o di circostanza. Preferisco dimostrare in futuro con i fatti la stima che ho maturato nei loro confronti. “Ormai” è fatta, un saluto a tutti, ma soprattutto a voi lettori. Grazie».
Sempre sulla prima pagina del Giornale di oggi, il saluto dell’editore Paolo Berlusconi: «Dopo dodici anni di appassionato lavoro, Alessandro Sallusti lascerà il Giornale, il vostro giornale. Lo ringrazio di cuore per la sua dedizione e per la sua professionalità, le stesse doti che sicuramente gli regaleranno grandi soddisfazioni anche nella sua nuova esperienza lavorativa».
Ringraziando i lettori, «motore della nostra testata», Berlusconi assicura che «il Giornale continuerà sulla medesima linea editoriale, promuovendo i valori di libertà e coraggio delle idee che da sempre lo contraddistinguono. Soprattutto il nostro impegno sarà volto a meritarci, ogni giorno, la vostra preferenza e la vostra fiducia».
Infine, il Cdr: «La redazione del Giornale, con professionalità e senso di responsabilità, ha assecondato il management dell’azienda durante questo difficile cambio di direzione, evitando sia di polemizzare per la particolare strategia di comunicazione adottata, sia di dar seguito a inevitabili gossip e alle piccole provocazioni della rete».
«Abbiamo continuato – ricordano i giornalisti – a produrre il Giornale migliore possibile, esattamente come abbiamo fatto per tutti i mesi a precedere, nonostante la “solidarietà”, il trasloco e la difficile situazione di smartworking emergenziale. I risultati si sono visti, anche in termini di copie recuperate in edicola (cosa di cui ringraziamo i lettori)».
«Ora, passato lo choc – prosegue il Cdr – siamo fiduciosi del fatto che azienda e proprietà compiranno tutti i passi giusti per scegliere e fornirci un nuovo direttore, adeguato alla sfida con la concorrenza. E al nuovo direttore parliamo fin da subito: ti aspetta un compito impegnativo, perché questa testata ha un patrimonio da difendere. Un marchio portatore di una tradizione prestigiosa, i suoi lettori fedeli e attenti, una redazione che ha saputo affrontare le sfide più impegnative, le stesse che ora attendono anche te, verso il 50° compleanno del Giornale, al quale mancano tre soli anni».
«Ecco perché, per rispetto di questa storia e all’indomani dell’uscita improvvisa del precedente direttore – appresa su internet e rimasta in sospeso per 24 ore contro ogni consuetudine – la nostra fiducia a te – avvisa il Cdr – non sarà scontata. Dipenderà dal tuo impegno per valorizzare questo patrimonio e per difenderlo da ogni insidia; dalla tua capacità di traghettare il Giornale in un mercato editoriale che cambia con nuove tecnologie; e dal tuo impegno a tutelare l’organico di una redazione che si è fortemente spesa per la salvaguardia dell’azienda e dell’informazione dei lettori, e lo ha fatto nell’unico modo possibile: incrementando la produttività a fronte dei pesanti sacrifici economici e numerici richiesti dall’azienda negli ultimi due anni». (giornalistitalia.it)