ROMA – “Con grande sorpresa Federazione nazionale della stampa italiana e Associazione Stampa Valdostana apprendono solo oggi che nella Legge Finanziaria regionale 2017 della Val D’Aosta, approvata venerdì scorso, è stato inserito un articolo, il 24, che punta a modificare la normativa regionale in materia di editoria locale. Una modifica che, oltre ad essere negativa nel merito, è grave nel metodo”.
A denunciarlo, a margine della Giunta Esecutiva riunita oggi a Roma con la Consulta delle Associazioni regionali di stampa, sono il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, e il presidente dell’Associazione Stampa Valdostana, Benoit Girod.
Durante l’elaborazione del bilancio regionale 2017-2019 e della relativa legge di stabilità, infatti, la Giunta valdostana ha avuto modo di confrontarsi con tutte le parti coinvolte nel più importante documento amministrativo della Regione: associazioni di categoria, operatori economici e sindacati. Tutte le parti, tranne l’Asva, sigla che tutela i giornalisti, toccati direttamente, si scopre solo adesso, da una norma della Finanziaria regionale che sopprime, tra i requisiti che testate giornalistiche editoriali, radiotelevisive e telematiche (cioè gli editori) devono possedere per accedere ai contributi, l’applicazione a tutto il personale giornalistico dipendente dei contratti nazionali di lavoro sottoscritti dalla Federazione nazionale della stampa italiana, ovvero il sindacato unitario di categoria, riconosciuta come parte trattante con gli editori in ambito di contrattazione.
“La cancellazione di questo requisito – sottolineano Fnsi e Asva – apre la strada alla zona grigia di una giungla contrattuale nella quale a pagare dazio sarebbero i lavoratori”. Il sindacato dei giornalisti, tuttavia, “non intende trincerarsi in posizioni dogmatiche e sarebbe stato pronto a confrontarsi su proposte di aggiornamento di una legge dell’editoria che ha ormai compiuto otto anni di vita, anche se non si capisce la ragione per la quale la giunta voglia ritoccare proprio in questa fase la normativa dell’accesso ai contributi pubblici agli editori che di fatto è dormiente, visto che da anni la Regione ha tagliato i fondi a ciò destinati”.
Il confronto con il sindacato dei giornalisti, invece, “non è avvenuto perché nessuno ha ritenuto di interpellarlo. Uno sgarbo irrituale nelle relazioni tra istituzioni e parti sociali che si spera possa essere sanato prima dell’approvazione definitiva della Legge Finanziaria regionale”. (giornalistitalia.it)