DOMODOSSOLA (Verbano-Cusio-Ossola) – Un atto d’amore per la montagna. Ecco cos’è il libro del giornalista Marco De Ambrosis “Vigezzo, ricordi di una valle” (editrice Ultravox, 158 pagine, 15 euro).
Marco De Ambrosis, giornalista pubblicista, è collaboratore de “La Prealpina”, firma de “Il Risveglio” e de “Il Popolo dell’Ossola”, fondatore del sito Ossolanews.it, che è anche il primo giornale on line del nord Piemonte.
L’autore, con la montagna nel cuore e studioso delle tradizioni, ha scritto numerosi saggi e guide alpine del territorio dell’Ossola dove il Piemonte è già quasi Svizzera.
Il volume è paragonabile ad un viaggio tra le tradizioni, i racconti dei paesini dispersi tra le montagne, le suggestioni dei nonni che, in qualche caso, rimpiangono un passato che non c’è più rispetto un presente che non piace loro.
Il libro sta a cavallo tra passato e presente. Sì, perché i protagonisti di ieri rivivono i ricordi e le esperienze di come si viveva nei loro borghi quando il progresso si faceva sentire di rado e le usanze di quella terra avevano un valore prepotente.
Il giorno d’oggi è animato dai ragazzi delle ultime generazioni che rappresentano una testimonianza più contemporanea.
Le pagine del libro sono un’occasione di mettere a confronto i paesini com’erano un tempo e come sono adesso. Le immagini di archivio e quelle scattate di recente, una accanto all’altra, danno il senso del tempo che passa e delle trasformazioni che sono avvenute.
Nel libro personaggi anonimi, vecchie macchiette e figure illustri. Per esempio? Giuseppe Zucchelli, ingegnere che, nei primi anni sessanta, ebbe l’intuizione di costruire una stazione sciistica e dell’ovovia della “Piane di Vigezzo”. Oggi è diventata una meta turistica irrinunciabile per gli appassionati di montagna.
Oppure: Dante Castelnuovo, professore, fondatore, nel settembre 1973, del “Club alpino di Vigezzo” che, all’inizio, contava pochissimi soci, mentre adesso è uno dei sodalizi più rappresentativi.
Una pagina è dedicata a Marino Gardini, per 26 anni, custode del santuario della Madonna “del sangue” di Re, morto la settimana scorsa. E un’altra racconta di un’impresa memorabile: quando, nel 1744, sulla cima della montagna è stata trascinata una croce con l’intento di chiedere la protezione del cielo per la valle e la sua gente. (giornalistitalia.it)
Nel libro del giornalista le tradizioni, gli usi e i ricordi dei paesi della montagna Ossolana