TUNISI (Tunisia) – L’informazione in Tunisia si dota di un organismo specifico per contrastare le “degenerazioni” di carattere mediatico. Obiettivo del Consiglio della Stampa è la tutela di “un giornalismo di qualità”.
“È un giorno storico – ha dichiarato Neji Bghouri, presidente del Sindacato nazionale dei giornalisti tunisini (Snjt) – non solo per i giornalisti ma anche per la democrazia tunisina e la libertà di espressione in generale”.
Il Consiglio di autoregolamentazione, che era in gestazione da anni, avrà il compito di redigere una carta deontologica. La sua istituzione è stata voluta, oltre che dal Sindacato dei giornalisti, dall’Associazione dei direttori di giornali e in questa fase di avvio sarà guidato da un comitato provvisorio. L’esigenza di un giornalismo più affidabile si è presentata a partire dalla Rivoluzione dei Gelsomini del 2011, che ha visto anche la fioritura molto spesso incontrollata dell’informazione repressa sotto il regime di Zine El Abidine Ben Ali.
La Tunisia, ha spiegato l’ong Article 19 in una nota, vive un contesto “senza precedenti che ha conosciuto di più in più violazioni dell’etica giornalistica in numerosi media audiovisivi, stampati ed elettronici”.
Aggiunge il presidente del Sindacato giornalisti, che ha tenuto oggi una conferenza stampa: “Riceviamo numerose lagnanze da parte del pubblico per violazioni commesse dai media e dalla stampa, soprattutto di tipo regionalista o razzista”.
Secondo molti lettori, alcuni media si sono trasformati in strumenti “per regolare i conti, calunniare, propalare false informazioni e talora diffondere discorsi di violenza e odio”.
Al Consiglio saranno attribuiti ampi poteri che arriveranno per le violazioni più gravi fino al ritiro del tesserino professionale. La sua influenza si estenderà anche alla sfera economica, considerando che per l’assegnazione di pubblicità da parte della committenza pubblica il Consiglio stilerà una lista dei media rispettosi della deontologia al fine di orientare la scelta dell’inserzionista. (agi/afp)