Dal Teatro Faraggiana di Novara uno spunto di riflessione per i giornalisti di oggi

La testa e la mano contano più di ogni diavoleria

Salvatore Majorana parla di robot e umanoidi

FARAGGIANA (Novara) – I giornalisti potranno sfidare il futuro, con la ragionevole speranza di vincerlo. Nel senso che gli esperimenti che si vanno moltiplicando per affidare al computer la confezione dei quotidiani cartacei e televisivi (eliminando le presenze umane) sembrerebbero insufficienti.
Il lavoro di ricerca, di analisi e, persino, di memoria sociale non potranno essere appannaggio della sola tecnologia. Questa – in sintesi – la lezione che è venuta dal convegno-seminario, organizzato alTeatro Faraggiana di Novara.
Una macchina potrà mai gareggiare con il genio di Leonardo? Un “motore”, per quanto sofisticato, come riuscirebbe a comporre le poesie del Pascoli? E, senza l’intuizione, la fantasia e la capacità creativa dell’uomo, avremmo i capolavori di design?
L’iniziativa è dovuta all’associazione “TedxNovara”, un’organizzazione no-profit che ha come obbiettivo quello di diffondere idee che hanno valore, animata da un ingegnere di 42 anni, Marco Cigolotti, che, da anni, indaga il rapporto fra la concretezza e il virtuale. La sua ricerca è sfociata in questo format che ha voluto battezzare “Beats§Bits”.
Successo travolgente. Il Faraggiana ha registrato il “tutto esaurito” con 350 spettatori che l’hanno preso d’assalto, prenotando con anticipo un posto a sedere. Pubblico eterogeneo composto da studenti e pensionati, imprenditori, appassionati e professionisti. Un altro centinaio di persone, arrivate per assistere al dibattito, sono rimaste fuori perché non c’era più spazio disponibile.

Marco Cigolotti tra il pubblico del Tetaro Faraggiana

Marco Cigolotti tra il pubblico del Tetaro Faraggiana

A ciascuno degli otto relatori 18 minuti per illustrare la propria tesi. La designer Alex Barocco ha affrontato il tema della calligrafia e l’oncologa Samuela Bozzoni quello dell’agopuntura. Il direttore del parco scientifico “Kilometro Rosso”, Salvatore Majorana ha illustrato la vita dei robot e degli umanoidi mentre Fabrizio Villa, un novarese trapiantato a Bologna, ricercatore di astrofisica, ha descritto la sonda spaziale Planck. L’attrice e autrice Lucilla Giagnoni si è esibita recitando “l’infinito” di Giacomo Leopardi.
Un confronto, insomma, di “filosofie” differenti, straordinariamente stimolante, nel quale le emozioni l’hanno avuta vinta sulla scienza. Come a sottolineare che, dietro ogni diavoleria tecnologica, esistono pur sempre la mano, la testa e il cuore dell’uomo. Anche nel mondo dell’informazione. Purché i giornalisti si rendano conto che la loro professionalità non può prescindere dal progresso. (Riccardo Del Boca – giornalistitalia.it)

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