TORINO – «L’assemblea di redazione dei giornalisti de La Stampa prende atto del fatto che, a quasi un anno dall’annuncio della fusione del gruppo Itedi con il gruppo L’Espresso, l’azienda ha presentato solo ed unicamente un piano centrato sui tagli senza nessuna garanzia per il futuro del giornale e dei livelli occupazionali di giornalisti e poligrafici, a fronte tuttavia di un bilancio 2016 che sarà chiuso in attivo».
È quanto scrive l’assemblea dei giornalisti del quotidiano targato Itedi, rimarcando che «i giornalisti de La Stampa ritengono inaccettabile parlare solo di tagli che impatterebbero pesantemente sulla redazione, rendendo ancora più difficile garantire la qualità che da 150 anni contraddistingue questa testata, e si limita a peggiorare ulteriormente le condizioni di lavoro dei colleghi».
Pertanto, «l’assemblea proclama lo stato di agitazione e si riserva di presentare a breve un ampio pacchetto di azioni di protesta, se non ci sarà un cambiamento radicale nelle relazioni sindacali». (giornalistitalia.it)
La Subalpina a fianco dei colleghi in lotta
TORINO – L’Associazione Stampa Subalpina condivide le preoccupazioni espresse dai giornalisti de “La Stampa” circa la mancanza di un piano editoriale dettagliato a quasi un anno dall’annuncio della fusione Itedi-Espresso e circa il piano di tagli annunciato dalla proprietà.
«Si tratta – spiega l’Assostampa – di due elementi che rischiano di pregiudicare seriamente la qualità del giornale, proprio alla viglia del suo centocinquantesimo compleanno, e che richiedono un immediato cambio di rotta».
«Si tratta, per altro, di preoccupazioni che – aggiunge il sindacato dei giornalisti – accomunano i giornalisti de “La Stampa” a quelli delle altre testate piemontesi coinvolte nell’operazione di fusione e che necessitano anch’essi di risposte precise. Fin dal suo annuncio, questo sindacato ha voluto guardare a questa operazione industriale con attenzione e senza preconcetti, accettando anche le sfide di un mercato editoriale in trasformazione. Ora è giunto, però, il tempo che la proprietà del giornale avvii un confronto approfondito con il sindacato e che scopra le carte sul piano editoriale. Ed è del tutto evidente che rilancio delle testate e tagli indiscriminati non sono elementi che possano andare d’accordo».
L’Associazione Stampa Subapina ricorda che proprio la scorsa settimana assieme all’Associazione Ligure dei Giornalisti ha chiesto all’azienda di “riprendere il confronto sui Co.Co.Co, che rappresentano una parte importante della forza lavoro del giornale e che richiedono un’intesa che ne definisca i diritti. E la tutela dei collaboratori è un altro degli impegni che questo sindacato ha chiesto e continuerà a chiedere all’azienda, perché non siano i più deboli a dover pagare per primi il prezzo di un’operazione i cui contorni non sono stati chiariti”.
Per tutte queste ragioni l’Associazione Stampa Subalpina è pronta ad affiancare i colleghi della Stampa in tutte le iniziative che intenderanno assumere. (giornalistitalia.it)
La Fnsi: «Pieno sostegno alla redazione e alle azioni di lotta decise dall’assemblea»
«Pieno sostegno alla redazione della Stampa di Torino e alle azioni di lotta decise dall’assemblea. Gli ulteriori tagli alle retribuzioni e ai trattamenti dei giornalisti, annunciati dall’azienda, sono semplicemente irricevibili». È quanto afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana, che incalza: «La pretesa di continuare ad affrontare le criticità del mercato e dei bilanci soltanto in termini di tagli e di riduzioni di costi, senza alcun piano di rilancio e di investimenti sulla qualità, certifica l’assenza di una visione strategica e fornisce l’esatta dimensione del modello di produzione e di organizzazione del lavoro al quale guardano molte aziende editoriali».
«L’obiettivo, da questo punto di vista, – prosegue Lorusso – è chiaro da tempo: rendere sempre più marginale il lavoro dipendente, attraverso la riduzione degli organici e il ricorso agli ammortizzatori sociali, per fare spazio nelle redazioni al lavoro di giornalisti pensionati e attingere a piene mani al lavoro precario e irregolare. Si tratta di un fenomeno sempre più diffuso che, a Torino come altrove, non potrà più essere tollerato, ma dovrà essere contrastato in ogni sede perché decreta la morte della professione e produce gravi ripercussioni sulla qualità dell’informazione, sul mercato del lavoro e sul sistema previdenziale».