STRASBURGO (Francia) – Con il voto della plenaria oggi a Strasburgo, che ha impedito alla riforma del copyright di arrivare alla fase legislativa finale stabilendo un passaggio in plenaria nel prossimo settembre, l’Europarlamento “soccombe a un’intensa attività di lobbying da parte di attivisti anti-copyright manipolatori, colossi Internet statunitensi e interessi costituiti che beneficiano dal rubare e monetizzare i contenuti degli editori, che hanno un valore”.
Lo dichiarano, in una nota, quattro associazioni europee di editori: European Magazine Media Association (Emma); European Newspapers Publishers Association (Enpa); European Publishers Council (Epc); News Media Europe (Nme).
“Continueremo la battaglia – dichiara un portavoce delle associazioni – e chiederemo agli eurodeputati di fare la cosa giusta, quando si tornerà in plenaria. Tuttavia, è spiacevole che un manipolo di potenti interessi costituiti possa farla franca, utilizzando tattiche ingannevoli, volte a disseminare paura, e facendo affermazioni esagerate, della cui falsità sono perfettamente consapevoli, per interferire nel processo democratico. Quattro commissioni parlamentari hanno esaminato, chiarito, emendato ed approvato la riforma Ue del copyright negli ultimi due anni e oggi quegli sforzi, tesi a creare un ecosistema digitale più sostenibile e più equo, a beneficio dei creatori, distributori e consumatori di contenuti, sono messi in pericolo”.
Ora il testo approvato in commissione Juri il 20 giugno scorso dovrebbe venire ulteriormente emendato, per essere ripresentato e votato in plenaria dal 10 al 14 settembre. “Gli attivisti e tutti coloro che beneficiano dall’andare a scrocco sui contenuti degli editori e degli altri produttori di contenuti – continua il portavoce – senza dubbio faranno lobbying per la totale cancellazione dell’articolo 11, che propone il diritto di vicinato per gli editori.
Gli eurodeputati devono pensare all’impatto che le loro future decisioni avranno sulla libera stampa e sul futuro del giornalismo professionale, e a quale messaggio vogliono comunicare al mondo sulla democrazia e l’equità in Europa”. (adnkronos)
Riffeser (Fieg): “Equa remunerazione per i contenuti di qualità”
ROMA – “Oggi prendiamo atto di un voto che ha rallentato un iter legislativo molto importante in materia”. È il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, a commentare così la decisione presa dal Parlamento Ue di rinviare la proposta di direttiva per la riforma del copyright.
“Dietro questo passaggio procedurale, su cui si auspica una inversione di rotta dei Parlamentari europei in occasione della prossima votazione in settembre, si cela – afferma Riffeser – il pericolo di veder prevalere, nella società civile e tra i nostri rappresentanti politici, orientamenti suscettibili di danneggiare non solo le nostre imprese, che investono da tempo ingenti risorse per favorire lo sviluppo di un modello sostenibile per l’editoria nel digitale, ma anche le professionalità e le competenze dei giornalisti e di quanti – con i loro mezzi, i loro talenti e anche in situazioni di rischio e pericolo – sono direttamente impiegati nel rinnovamento del settore”.
Riffeser Monti, da pochi giorni alla guida degli editori italiani di quotidiani e periodici, ribadisce, come primo punto programmatico della sua azione in materia di tutela e valorizzazione del prodotto editoriale, il riconoscimento integrale della proprietà intellettuale relativa ai contenuti dei giornali: “Il copyright deve essere tutelato in tutto l’ambiente digitale – ha dichiarato – individuando soluzioni concrete e ragionevoli, ma senza mai rinunciare all’affermazione del principio di una equa remunerazione per i contenuti di qualità”. (adnkronos)
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