ROMA – La Rai ha un suo “bilancio sociale”. Prima in Italia tra le aziende radiotelevisive e prima in Europa (superando la Bbc, modello di riferimento forse anche abusato, o France Television, che solo ora muove passi in questa direzione) per la certificazione secondo standard internazionali, con 16 criteri su un minimo di 10 per ottenere l’ok.
“Bilancio sociale 2014” numero zero, secondo il presidente Anna Maria Tarantola – o numero uno, secondo il direttore generale Luigi Gubitosi. Di sicuro questo Cda di viale Mazzini con il ticket Tarantola-Gubitosi si congeda, o quanto meno chiude questo mandato triennale, con un primato rappresentato appunto dalla “fotografia” dell’azienda in tutte le sue sfaccettature.
Oggi c’è stata la presentazione ufficiale, con la conferenza stampa tenuta da Tarantola, Gubitosi e da Costanza Esclapon, direttore della Comunicazione e relazioni esterne Rai. È un quadro per dieci aree: identità; governance; riferimenti economici; etica, efficacia e trasparenza nella gestione; la componente tecnologica; l’offerta radiofonica e televisiva attraverso contenuti, carateristioche eobiettivi; il linguaggio della memoria, attraverso le Teche, archivio tra passato e futuro; l’impegno diretto sui temi del sociale; la responsabilità verso le risorse umane e, infine, la responsabilità nei confronti dell’ambiente.
Nel suo intervento il presidente Tarantola ha subito parlato di “orgoglio Rai” per questa iniziativa senza precedenti, sottolineando che si tratta della tappa di un percorso “per rendere la Rai sempre più servizio pubblico e rendere conto del proprio operato”. Ed è questo “anche un modo per essere trasparenti e concretizzare la propria indipendenza”, sottolineando il valore della “responsabilita’ sociale”. Tarantola ha parlato anche di “rispetto sostanziale e non formale delle regole in azienda e con chi opera con l’azienda”.
Etica, rispetto delle persone e dell’ambiente, responsabilità sociale e orientamento ai risultati sono i “valori condivisi” che “costituiscono le fondamenta degli strumenti di cui il Gruppo Rai si è dotato nel corso di questi ultimi anni”, vale a dire il nuovo Codice Etico, il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione, l’aggiornamento del Modello 231, le istruzioni interne per le procedure di affidamento delle attività a fornitori esterni, il processo di Risk Assessment e la Policy di Genere. “Fare la differenza” è l’imperativo, anzi “il primo comandamento” cui la Rai intende rispondere come servizio pubblico radiotelevisivo anche nel mondo multipiattaforma e digitale.
“È proprio in uno scenario che rapidamente evolve, con piattaforme diverse che nascono e si integrano, con nuovi operatori che fanno il loro ingresso portando grandi cambiamenti nell’offerta ma anche nelle modalità di fruizione, che i contenuti caratterizzanti il ruolo di servizio pubblico devono emergere – ha detto Tarantola – con sempre maggiore riconoscibilità. E, tra questi contenuti, rientrano a pieno titolo i temi del sociale, della inclusione, della responsabilità civica”. E in tema di “responsabilità sociale” il vertice aziendale ha inteso avviare “un complesso progetto di analisi, di confronto interno e di raccolta dati che non e’ ancora terminato, ma che ha consentito di redigere il numero zero del bilancio sociale”.
Si poteva attendere che tutto fosse completato, “abbiamo invece preferito fare una scelta coraggiosa – ha aggiunto – rendendo pubblico il numero zero, che è il punto di partenza di un importante percorso di presa di coscienza non tanto di ciò che è stato fatto, ma soprattutto di quali possono essere le aree di miglioramento. Processo che consentirà di pianificare, nel corso dei prossimi anni, una vera politica di sostenibilità del Gruppo”.
Il complesso di azioni che l’azienda Rai ha avviato nell’ambito della Responsabilità Sociale di Impresa “poggia su fattori che sempre più devono permeare la gestione e riflettersi all’esterno quali: la credibilità, l’affidabilità, la correttezza, la fiducia, la responsabilità”.
Massima attenzione per aspetti quali imparzialità, pluralismo e indipendenza dell’informazione, rispetto della privacy, trasparenza e correttezza nell’applicazione delle policy aziendali, gestione delle risorse umane (dipendenti e collaboratori), qualità e sicurezza, attenzione alle problematiche sociali ed ambientali. Tarantola ha sottolineato che il bilancio sociale della Rai “è una iniziativa pionieristica” per il settore radiotv italiano, e che anche a livello internazionale “non sono molti i media che si sono dotati di questa forma di comunicazione”. Di qui l’orgoglio per l’iniziativa attuata.
A Costanza Esclapon, che con Adriano Coni, responsabile del Segretariato Sociale, ha tradotto in realtà questo progetto e ai quali Tarantola ha pubblicamente reso merito, il compito quindi di illustrare le 10 macro-aree in cui il bilancio sociale Rai è suddiviso.
“Compito non semplice quello di fare una mappatura” che evidenziasse gli indicatori della sostenibilità, ha detto il direttore della Comunicazione e relazioni esterne, parlando di “grande e profondo esercizio di traspasrenza. Ed è una strada da cui è ormai difficile tornare indietro” perché andrà a costruire un’impalcatura su cui reggerà il servizio pubblico. Dei 10 capitoli, il più corposo è il sesto, quello relativo all’offerta radiofonica e televisiva. Ma non meno importante è quello relativo all’impegno Rai sui temi del sociale: “l’azienda promuove la comunicazione sociale con programmi specifici e, attraverso il Segretariato sociale, per la raccolta fondi”.
Tra gli inserti filmati trasmessi durante la conferenza stampa anche quelli relativi ai 20 anni dalla nascita di Emergency e il tema dell’autismo. Quindi il dg Gubitosi, che in un breve intervento ha rilevato come “non dovrebbe sorprendere che la Rai abbia un bilancio sociale, perché questo è proprio delle società pubbliche. Lo ritengo un numero 1 e non zero, miglioreremo e inseriremo altri temi”.
Gubitosi ha parlato di “atto di ulteriore trasparenza sulla nostra attività. Mi fa piacere che siamo riusciti a farlo nell’arco di tempo del nostro mandato. Possiamo far meglio”. (Agi)
Tarantola: “Orgoglio Rai per questa iniziativa pionieristica nel settore radiotv”